Quale sarà il posto di Joshua Kimmich nella storia del calcio tedesco?

Joshua Kimmich | 90min Italia
Joshua Kimmich | 90min Italia /
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"Oggi è il giorno più brutto della mia carriera. Ora ho paura di cadere in un buco."

Non nasconde la sua delusione, Joshua Kimmich. Ci è voluta una delusione - l'ennesima - con la sua nazionale per far crollare quella patina di cinismo e serietà che accompagna il centrocampista del Bayern Monaco. La Germania è stata appena eliminata dal Mondiale. Di nuovo ai gironi, come successo in Russia quattro anni fa. E Kimmich sente che la maggior parte delle responsabilità sono le sue.

Appena prima di Qatar 2022, quando quella tedesca era considerata addirittura tra le papabili vincitrici del torneo, ai microfoni di FourFourTwo aveva rivendicato con un certo orgoglio il peso maggiore che ricopre all'interno dello spogliatoio della Mannschaft. "Solo Neuer e Muller hanno più presenze di me in questa squadra", aveva dichiarato con il solito aplomb che lo contraddistingue. La differenza è che Neuer e Muller sono dei giganti del calcio - tedesco e non -, hanno rivisitato il modo di interpretare le rispettive posizioni, ma soprattutto sono gli unici reduci dal grande trionfo al Mondiale del 2014. In altre parole, loro hanno già dimostrato tutto, lui no.

Certo, Kimmich ha vinto un innumerevoli trofei nazionali con il Bayern Monaco (7 Scudetti, 3 Coppe di Germania e 6 Supercoppe per la precisione), ma che peso possono avere in un campionato che vede i bavaresi dominare ogni anno senza alcuna opposizione? La Champions League del 2020, vinta tra l'altro da protagonista, ci ha fatto credere che sarebbe stato lui a raccogliere l'eredità dei grandi centrocampisti tedeschi, che di generazione in generazione è passata tra le mani di Matthäus, Ballack e Schweinsteiger, e che sembra avere in Musiala il suo prossimo delfino.

Joshua Kimmich
Joshua Kimmich / Alex Pantling/GettyImages

Viste le grandi doti che lo accompagnano, Kimmich può essere considerato uno dei centrocampisti più forti attualmente in circolazione, ma se - ipotizziamo - decidesse di ritirarsi oggi, cosa resterebbe della sua carriera? Come verrebbe giudicato Kimmich tra 30 anni, quando di centrocampisti tatticamente intelligenti e tecnicamente incredibili se ne saranno visti - speriamo - a decine?

Inutile girarci intorno: la Champions League l'hanno vinta in tanti, mentre sono pochi i giocatori che possono vantare nel proprio curriculum un trofeo internazionale con la propria nazionale. Per consacrarsi nel gotha del calcio teutonico, a Kimmich serve alzare al cielo la coppa di un Europeo o di un Mondiale.

Quando ha fatto il suo esordio in nazionale, la Germania veniva dal successo in Brasile: un campionato del mondo vinto in maniera schiacciante, con tanto di umiliazione al paese ospitante, che ci faceva giustamente credere che avrebbe dominato ancora a lungo, visto il gioco espresso e i tanti talenti - tra cui proprio Kimmich - che avrebbero mantenuto sempre giovane e forte la selezione.

L'Europeo del 2016, in cui i tedeschi vengono eliminati solo in semifinale, si colloca proprio in questo solco, ma da lì inizia un periodo inspiegabile. Negli ultimi due edizioni del Mondiale, Germania è infatti uscita ai gironi, mentre a Euro 2020 non è andata oltre gli ottavi.

Niklas Suele, Joshua Kimmich, Lukas Klostermann, Antonio Ruediger, Niclas Fuellkrug
Germania / Stefan Matzke - sampics/GettyImages

Non è facile dare una spiegazione ragionevole alle modalità con cui la Mannschaft sia passata dall'essere dominatrice del gioco del pallone, all'essere oggetto di prese in giro e meme da parte di tutti i tifosi. Quel che ci importa è che questa fase calante coincide proprio con la maggior centralità ricoperta da Kimmich in questa nazionale. In altre parole, il fatto che la Germania stia andando così male è anche riconducibile alla presenza del centrocampista bavarese?

Naturalmente le colpe dell'eliminazione, in un gruppo più che abbordabile con Spagna, Giappone e Costa Rica, non ricadono sulle sue spalle. O almeno non solo. In quanto uomo d'esperienza - lo ha detto lui stesso - Kimmich avrebbe dovuto fare di più durante questo Mondiale. Eppure, bisogna descrivere il contesto in cui si è verificata l'ecatombe tedesca.

Non è infatti facile concentrarsi su un Mondiale che si svolge in autunno per i giocatori che militano in club di alto livello. Dover interrompere una stagione in cui miri a vincere tutto per partecipare a un altro torneo che allo stesso tempo devi provare ad arrivare in fondo dev'essere davvero complicato sotto l'aspetto mentale.

È evidente che gli obiettivi dei rispettivi club possano aver inciso sul modo in cui Kimmich e tutti i suoi compagni si sono approcciati a Qatar 2022. È un caso che il migliore (o il meno peggiore) tra le fila tedesche sia stato il "plebeo" Füllkrug del Werder Brema?

La Germania se ne torna così con le mani vuote e il cuore pieno di rimorsi, perché per i giocatori che ha in rosa avrebbe potuto fare decisamente più strada al Mondiale. Kimmich questo lo sa, e sa anche sarebbe dovuto toccare a lui indicare la strada ai più giovani che non avevano ancora giocato su certi palcoscenici. Ha mancato una grande occasione, su questo non c'è dubbio. La carta d'identità gli permetterà di prendere parte al prossimo Europeo e quasi sicuramente anche al Mondiale del 2026. Lì sarà chiamato a ricoprire un ruolo ancora più centrale, forse indosserà addirittura la fascia da capitano. Deve fare la differenza, Joshua Kimmich, altrimenti rischia di finire nel buco nero di quei giocatori forti, fortissimi, che però non si sono fatti trovare pronti quando serviva.