"Progetto Fenice": ecco come Gravina punta a risollevare il calcio italiano

Gabriele Gravina, presidente della FIGC
Gabriele Gravina, presidente della FIGC / Claudio Villa/Getty Images
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Lo strepitoso Europeo vinto quasi un mese fa dalla Nazionale di Robero Mancini non può nascondere le condizioni critiche in cui sta versando il calcio italiano. Una situazione già difficile, maledettamente peggiorata dall'arrivo del Coronavirus che ha solo dato un'accelerata al bisogno di riforme e di interventi per salvare, come si suol dire, "capre e cavoli".

Udinese Calcio  v Torino FC - Serie A
L'interno della Dacia Arena (Udinese) / Pier Marco Tacca/Getty Images

Si chiama "Project Fenice" ("Progetto Fenice") il piano ideato dal presidente della FIGC Gabriele Gravina inviato al Governo Draghi la scorsa settimana. Nel documento sono vari gli interventi pubblici richiesti: tasse minori per i calciatori, finanziamenti da 500 milioni di euro, agevolazioni per i settori giovanili e per il calcio femminile. Senza dimenticare un altro punto cruciale: quello degli stadi che, tirando le somme, rappresenta il vero problema del calcio italiano. Secondo la Federcalcio il problema principale risiede nell'eccessiva burocrazia, con le tempistiche degli iter per costruire un nuovo stadio che, paragonate alla media europea, sono letteralmente imbarazzanti. In Italia servono dagli 8 ai 10 anni per ricevere tutte le autorizzazioni, al contrario 2-3 del resto d'Europa. Dove, appunto, gli investimenti per i nuovi impianti hanno quasi toccato quota 20 miliardi di euro. Da noi sono stati solo tre i nuovi impianti costruiti, con l'impresa riuscita solo a Juve, Udinese e Frosinone.

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Lo Juventus Stadium / MARCO BERTORELLO/Getty Images

Un altro punto focale del documento è senz'altro quello che riguarda i ricavi delle società di calcio, crollati nell'ultimo anno e mezzo. La pandemia, infatti, ha bruciato circa un miliardo tra sponsor, stadi e plusvalenze, a fronte di soli 5 milioni di euro di ristori. Ecco perchè costruire nuovi impianti darebbe una spinta decisiva ai ricavi da stadio, che si può evincere dall'aumento dei fatturati di diversi club dopo aver costruito un nuovo impianto di proprietà: l'Arsenal, da Highbury all'Emirates Stadium, è arrivato a toccare ricavi da 109 milioni di euro, mentre il Tottenham, con New White Hart Lane, ha ricavato ben 30 milioni in più rispetto alla stagione precedente, considerando anche le chiusure degli impianti causa Covid. Per la Juve, invece, i ricavi da stadio sono schizzati da 11,6 a 31,8 milioni di euro, per una voce che è diventata il 14,9% del fatturato.


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