Pro e contro di tutti i "figli" di Gasperini accostati alla Juve per il post-Allegri

Thiago Motta, Gian Piero Gasperini
Thiago Motta, Gian Piero Gasperini / Jonathan Moscrop/GettyImages
facebooktwitterreddit

Il futuro di Massimiliano Allegri non è stato ancora definito e lo sarà solo a fine stagione, quando incontrerà la dirigenza della Juventus e insieme tireranno le somme decidendo se sia o meno il caso di proseguire sulla stessa strada.

Al momento non sembrano esserci sentori concreti circa un possibile addio. Tuttavia, i chiari di luna non mancano nel mondo del calcio. Ecco perché i bianconeri si starebbero guardando attorno alla ricerca di possibili sostituti in caso di separazione da Allegri. Secondo La Gazzetta dello Sport, gli indiziati sarebbero prevalentemente tre: si tratta di allenatori giovani "figli" calcistici di Gasperini, con una filosofia di gioco propositiva ma che in carriera, nonostante i risultati promettenti, non hanno vinto niente. Chi di loro sarebbe il candidato ideale?

Thiago Motta

Thiago Motta è l'allenatore più di grido della Serie A. Sono in tanti infatti a corteggiare il principale fautore del sorprendente Bologna che, salvo incredibili crolli, lotterà fino alla fine del campionato per una qualificazione in Champions League che sarebbe storica. Tra le pretendenti c'è anche la Juventus, affascinata sia dal suo calcio di stampo offensivo, ispirato solo in parte a quello del Gasp, e sia dalla capacità di valorizzare i giovani (vedi Zirkzee).

Ingaggiando Motta, la Vecchia Signora si assicurerebbe uno dei prospetti più promettenti del panorama europeo, un tecnico giovane ma che può già vantare una discreta esperienza maturata tra Genoa, Spezia e, appunto, Bologna. Le uniche perplessità riguardano l'aspetto tattico, dato che con lui la Juve dovrebbe mettere da parte la difesa a tre e puntare tutto sul 4-2-3-1, ma anche la rilevanza internazionale, dato che l'italo-brasiliano non ha mai partecipato a una competizione europea.

Raffaele Palladino

Raffaele Palladino ha ancora meno esperienza rispetto a Motta, dato che ha alle spalle solo una stagione e mezza da allenatore di una prima squadra. Non è detto, quindi, che riesca a replicare quanto di buono fatto a Monza anche in un altro club, figuriamoci in una big che deve lottare per vincere.

Perché allora la Juve lo segue con interesse? Perché anche Palladino è forse il più gasperiniano dei giovani tecnici in rampa di lancio e quindi la Vecchia Signora sarebbe disposta a concedergli la panchina e a lasciargli tempo e spazio per lavorare. Un'altra ragione per puntare su di lui risiede nella duttilità tattica: Palladino si è messo in mostra con un 3-4-2-1 (modulo che garantirebbe continuità alla Juve), ma ha saputo passare al 4-2-3-1 quando si è accorto che il vecchio sistema di gioco non portava più gli stessi frutti.

Raffaele Palladino, head coach
Raffaele Palladino / Marco Canoniero/GettyImages

Igor Tudor

Secondo La Gazzetta dello Sport, il nome di Igor Tudor è quello per ora più defilato. L'allenatore croato non è un diretto erede di Gasperini, ma ha subito le sue influenze di rimbalzo, tramite la conoscenza con Juric. Tra i nomi finora analizzati, Tudor è l'unico con un'esperienza rilevante alle spalle e soprattutto ha già confidenza alla perfezione l'ambiente bianconero, conosciuto prima da giocatore e poi da collaboratore di Pirlo, con il quale ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa.