Platini: "Juve programmata per vincere ma occhio al Lione. Ronaldo? Il ritiro lo decide il destino"

"Che Tempo Che Fa" Tv Show
"Che Tempo Che Fa" Tv Show / Stefania D'Alessandro/Getty Images
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Michel Platini ha concesso un'intervista al Corriere della Sera, parlando della sua Juventus ma anche della Juve di Maurizio Sarri. Da Ronaldo a Buffon fino a Dybala, tanti i discorsi fatti da Le Roi, ex campione bianconero. Ecco le sue dichiarazioni.

Il suo primo scudetto con la Juventus, Michel Platini lo vince il 6 maggio 1984.

"Ah, ma certamente che me lo ricordo. Ci bastava un punto, giocavamo in casa contro l’Avellino: pareggiammo 1-1, tanto per dire com’era fatto l’Avellino".

Un altro calcio, la Juve non vinceva sempre e l’anno prima era arrivata dietro la Roma. A 65 anni, Platini non ricorda il passato con malinconia, come i bei tempi andati, però ha in mente la fotografia di quel momento.

"Fu una gran soddisfazione personale. Un francese che arriva alla Juve e vince: non lo dimenticherò mai. Nello spogliatoio c’erano compagni che di scudetti ne avevano già vinti. C’era una bella festa, per loro però non tanto importante: erano abituati. Ero io a sentirmi importante, ma noi eravamo programmati per vincere. Avevamo perso l’anno prima con la Roma, pure se li avevamo sempre battuti. In realtà avevamo la sindrome della Coppa dei Campioni: non si riusciva a portarla a casa".

La malattia non è passata, la Juve ce l’ha ancora.

"Avevamo perso ad Atene nel 1983, sapevamo di dover rivincere il campionato per tornare a giocare in Coppa dei Campioni: allora ci andavano solo i campioni, oggi vanno in quattro, è più facile. Il campionato lo giochi su 38 partite, se sei più forte vinci, in Champions non trionfa sempre il migliore. L’avvocato Agnelli il mio primo giorno a Torino mi disse: 'Dobbiamo vincere la Coppa dei Campioni'. Già a quei tempi aveva una visione più europea".

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"Che Tempo Che Fa" Tv Show / Stefania D'Alessandro/Getty Images

Poi la Coppa dei Campioni l’avete vinta, anche se la finale dell’Heysel con il Liverpool è uno dei più tragici momenti della storia del calcio.

"Non è un bel ricordo, anzi è terribile. Però sul campo l’abbiamo vinta, il Liverpool non ci ha regalato nulla".

Quest’anno con la Champions tutta in partite secche la Juve ce la può fare?

"La competizione è molto più aperta. Sono tre finali: quarti, semifinale e finale. La Juve deve ancora giocare l’ottavo e con il Lione sarà tosta".

Il Lione non ha giocato in campionato: parte sfavorito?

"Non credo. Il calcio non è matematica, la Juve deve vincere sul campo, non nelle chiacchiere. Il Lione arriverà preparato alla partita".

C’è anche l’Atalanta, con il Psg: chi è avvantaggiato?

"Una bella sorpresa, ma il Psg è favorito. Per la vittoria sono in tanti Real, Psg, Manchester City, Barcellona".

Perché quest’anno la Juve ha avuto più difficoltà?

"Quando sta fisicamente bene è fortissima, se cala un po’ va in difficoltà".

Cristiano Ronaldo?

"Io mi sono ritirato a 32 anni, non deve pensare alla fine della sua carriera perché decide il destino. Avrà delle proposte, vedrà: io non volevo fare l'allenatore e mi è capitato. Zidane allena il Real Madrid dopo dieci anni che si annoiava".

Buffon?

"Beh, i portieri non vogliono smettere mai. Scherzo ovviamente, alla Juve serve. Penso a Zoff, che aveva 13 anni più di me e con Scirea era la coscienza della squadra".

Dybala è un po’ Platini?

"Come stile ricorda Sivori, ma somiglia più a Maradona che a me. Non è che ha il talento di Maradona, per quello ha il suo ed è già tanto".


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