Pjanic spiega perché Allegri è la chiave del riscatto della Juventus
"Della Juve ho visto praticamente tutte le partite. Se mi ha stupito la rinascita? No! Io lo sapevo e lo dicevo… Inizialmente i ragazzi hanno vissuto un periodo complicato, ma quando entri in una crisi così, in cui se giochi contro il Psg o l’ultima della Serie A ti sembrano tutti allo stesso livello, è perché la paura e le incertezze entrano nella squadra". Lo dice Miralem Pjanic, protagonista di una lunga intervista a Tuttosport di cui vi riportiamo qualche passaggio.
ALLEGRI -"Intanto teniamo bene in conto che nell’arco di una stagione un momento complicato arriva sempre. Speri che non ci sia, è chiaro, ma prima o poi te lo ritrovi. Alla Juve inoltre la pressione arriva davvero da tutte le parti: sei obbligato a vincere, a stare tra i primi. Però Allegri sa entrare nella testa dei giocatori, li mantiene calmi durante la tempesta. Non è per caso se è uno degli allenatori più titolati della storia del calcio italiano: ci sono quelli che vincono e quelli che non vincono. Lui è molto preparato, conosce l’ambiente. Quest’anno ha impiegato un po’ di tempo, ma è stato anche molto sfortunato con gli infortuni. Eppure non l’ho mai visto lamentarsi. Lui fa con quello che ha a disposizione in quel momento. Ha gestito alla perfezione questa situazione di crisi enorme in un momento in cui c’è stato anche il cambio della dirigenza. Nonostante tutto, oggi vediamo la Juve al secondo posto e questo è un grande merito del gruppo e del mister. E’ una questione meno specifica e più generale. Posso dire che lui è di un’altra categoria perché è talmente sereno nel suo lavoro che, di conseguenza, trasmette serenità anche alla squadra. Ricordo i momenti complicati che avevamo passato noi e ricordo che in quelle fasi le sue parole e quelle dei componenti del suo staff erano sempre giuste. Inoltre, altra cosa molto importante, Allegri riesce a far giocare tutti gli elementi che ha a disposizione, quindi sono pochi quelli che si lamentano e non sono contenti perché non hanno minutaggio. Quest’anno ancora di più: ha dato spazio a tanti giovani che si stanno meritando il posto perché stanno facendo i risultati e stanno crescendo allo stesso tempo. Se io diventassi il presidente di una squadra, un giorno, vorrei sempre un allenatore come Allegri. Sempre".
AGNELLI -"Io ho sempre avuto un rapporto molto buono con lui ed è così ancora oggi. Lo stimo tantissimo: è una persona strepitosa. Sin da quando sono arrivato si è creato un buon feeling anche tra le famiglie: ci ha sempre aiutato, è sempre stato a disposizione per qualsiasi cosa succedesse. Ma è stato anche un presidente molto presente con la squadra e con i giocatori, soprattutto nei momenti più difficili. Faceva sentire la fiducia al gruppo, ci parlava. Essì perché quando le cose vanno bene sembra tutto facile, ma arrivano anche i periodi in cui le cose girano meno bene e in cui la squadra ha dubbi. in quei frangenti Agnelli ha fatto la differenza. Risultati alla mano, è stato uno dei presidenti più titolati della Juventus. Ha fatto cose straordinarie. Io so quanto ci teneva a vincere e so quale determinazione aveva. Un grande esempio: umile, gran lavoratore. Lo stimo tantissimo. Nessuno gli toglierà mai quello che ha fatto e lui sarà sempre parte della Juventus".
ALLEGRI E SPALLETTI -"Io ho avuto la sfortuna di aver potuto lavorare con mister Spalletti solo sei mesi (stagione 2015-16): è stato un grandissimo piacere giocare nella sua squadra. Sono stati sei mesi bellissimi perché era proprio divertente il suo calcio. Non mi sorprende che ora il Napoli stia facendo così bene. Come sempre: le sue squadre sono toste da affrontare e belle da vedere. E’ un allenatore incredibile, veramente molto bravo. Il Napoli è primo meritatamente: gioca un bel calcio sia in campionato sia in Europa".
SPALLETTI -"La competenza, il suo modo di lavorare la fase difensiva e quella offensiva. Riesce a mettere molto bene la squadra sul campo, ha schemi preparati, movimenti preparati. I giocatori, in partita, sanno molto bene quello che devono fare. Se va tutto liscio in gara è perché Spalletti prepara il gruppo quotidianamente e minuziosamente. Richiede tanto, ma anche ti dà tanto. Poi lui è uno che non guarda i nomi. Non gliene frega niente di chi sei: guarda le prestazioni".
NAPOLI-JUVE -"Il mister sa bene che ci saranno momenti in cui attaccare e momenti in cui difendere. Non puoi pensare che contro il Napoli sarà tutto facile, che starai nei campo avversario a giocare la partita. Hai davanti un rivale forte e pericoloso, primo in classifica: gli azzurri vanno molto veloci davanti, c’è Osimhen che allunga sempre le squadre, c’è Kvaratskhelia che fa la differenza, c’è un bel centrocampo con Lobotka , Zielinski , Anguissa … Tanta qualità. Sarà bello vedere come le due squadre gestiranno la partita. Saranno i piccoli dettagli a farla svoltare da una parte o dall’altra. Una cosa che la Juventus sta facendo molto bene in questo periodo, comunque, è impegnarsi e sacrificarsi per la fase difensiva: questo è tipico delle squadre di Allegri che sono compatte e lasciano poco spazio. Giocare contro di noi era molto difficile: tutti facevano uno sforzo e per gli altri diventava quasi impossibile trovare le imbucate".