Pioli vuole riportare il Milan alla vittoria e difende le ambizioni della dirigenza

Stefano Pioli
Stefano Pioli / Marco Canoniero/GettyImages
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Il Milan non vince da quattro partite (tre pareggi e una sconfitta) e deve ancora blindare la seconda posizione che vale anche l'accesso alla prossima Supercoppa Italiana. Domani, per la 36ª giornata di Serie A, i rossoneri affronteranno il Cagliari a San Siro e il tecnico Stefano Pioli ha parlato del match nella classica conferenza stampa della vigilia.

"Non solo i tifosi vogliono vedere il Milan tornare alla vittoria, è anche il nostro obiettivo. La vittoria manca da tanto e il secondo posto non è ancora conquistato. E poi perché siamo professionisti, per orgoglio e per i nostri tifosi. Io parafulmine? L'unica cosa che sto provando e che mi darebbe fastidio è la mia squadra senza le giuste motivazioni per finire bene il campionato. Non conto io, poi a fine campionato parleremo del nostro futuro. La figura dell'allenatore prevede anche essere un parafulmine, non è un problema per me".

"La squadra sta bene, siamo comunque nel finale di una stagione lunga e impegnativa. Dovrò scegliere chi ha più energie e la migliore condizione possibile. Ranieri? Parliamo di un grandissimo allenatore che ho avuto la fortuna di averlo da giocatore. Ho avuto tre grandi maestri come Trapattoni, Bagnoli e Ranieri. Lui è un top per stile e capacità di allenare. Ha sempre ottenuto grandissimi risultati, sa quanto lo stimo ma domani è importante anche per noi".

"Il club ha dimostrato di saper lavorare e di essere ambizioso in questi anni. Non penso di dover commentare le dichiarazioni di Paolo Maldini, meriti e demeriti vanno sempre condivisi con tutti. Rafa Leao ha bisogno di giocare bene e tornare a fare gol. Sull'Europa League ero stato preso in giro per aver detto che l'Atalanta era tra le favorite. L'anno scorso siamo stati eliminati dall'Inter, questo ha diminuito l'importanza di aver raggiunto una semifinale di Champions League. Il Milan credo sia una buona squadra ma quest'anno samo lontani da Real Madrid e via dicendo. Non lo siamo da Roma e Atalanta, questo no".

"Ci sono due spiegazioni su De Ketelaere: l'anno scorso era la sua prima stagione in un campionato diverso e difficile, quest'anno aveva più esperienza e ha giocato in un ruolo a lui più congeniale. L'uscita dall'Europa League e la sconfitta nel derby hanno pesato sul nostro morale. Non credo non ci sia stata una reazione, altrimenti non si pareggia con Juventus e Genoa. Sicuramente speravamo in qualcosa di più".

"Noi siamo una squadra che preferisce fare un gol in più piuttosto che fare partite di attesa. Dortmund in finale di Champions? Le competizioni europee sono difficili da prevedere, in Bundesliga sono quinti con 25 punti di svantaggio dal Bayer Leverkusen, significa che hanno avuto momenti di difficoltà durante la stagione ma hanno performato al massimo in Europa. E chissà se Giroud avesse segnato quel rigore..."

"Il Cagliari è una squadra molto diretta, non palleggiano tanto. In fase difensiva cambiano ma l'allenatore sa preparare bene la partita. Bennacer sta ritrovando continuità, Kalulu non è al 100% ma entrambi sono pronti. Quest'anno abbiamo subito troppi gol e questo significa che abbiamo commesso qualche errore di troppo".


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