Pinamonti: "Raiola? Era come un padre. Se segno all'Inter non esulto"

Andrea Pinamonti
Andrea Pinamonti / Gabriele Maltinti/GettyImages
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Andrea Pinamonti, centravanti dell'Empoli, ha rilasciato una lunga intervista a GianlucadiMarzio.com. Il bomber di Cles si racconta: dall'imminente sfida con l'Inter fino a passare per il futuro e il rapporto con Mino Raiola (quest'ultimo scomparso giorni fa). Ecco quanto affermato.

Sull'anno a Empoli: "E' il mio anno migliore, lo dicono i fatti. E' stata una stagione fondamentale per me, avevo bisogno di fiducia e nuovi stimoli e l’Empoli mi ha dato tutto questo. Spero di aver ripagato la fiducia iniziale".

Sulla sfida con l'Inter: "Domani sarà un'emozione particolare, diversa da altre partite. Rivedrò molti miei compagni e tornerò nello stadio che per me è stato casa. Noi siamo salvi, abbiamo raggiunto il nostro obiettivo stagionale, ma giocheremo la nostra partita. Voglio aumentare il bottino in Serie A da qui a fine stagione, ma se dovessi segnare all'Inter non esulterei per rispetto della società che mi ha cresciuto".

Andrea Pinamonti
Andrea Pinamonti / Gabriele Maltinti/GettyImages

Sul rapporto con Icardi: "Mi ha aiutato tanto dentro e fuori dal campo e ci tengo a ricordarlo. Era il capitano, viveva il momento migliore della sua avventura all’Inter ma aveva sempre un occhio di riguardo. Per dire, mi mise a disposizione un suo appartamento ad inizio anno fintanto che non avessi trovato casa da solo a Milano. Ogni tanto mi accompagnava anche alla Pinetina quando non avevo la patente, poi è diventato Skriniar il mio autista".

Sul futuro: "Adesso al futuro non ci penso. Mi sto godendo un’annata piena di soddisfazioni, in cui ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato. Era tanto tempo che, sportivamente, non avevo questa serenità e questa felicità stabile, senza pensieri. Il mio futuro sono le vacanze al mare, poi vedremo". 

Sul rapporto con Raiola: "E' stato un colpo durissimo, con lui avevo davvero un rapporto speciale. Era come un padre. Soprattutto con i ragazzi più giovani era un punto di riferimento su cui contare sempre, sia calcisticamente che fuori dal campo".


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