Perez: "Il calcio deve adeguarsi per rimanere il re di tutti gli sport"

Florentino Perez
Florentino Perez / FRANCK FIFE/GettyImages
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Non è stato affatto positivo l'incontro che si è tenuto martedì tra Aleksander Čeferin, presidente dell'UEFA, e Bernd Reichart, amministratore delegato di A22 (la società che fa gli interessi della Superlega). Come riporta Calcio & Finanza, il summit avrebbe perfino visto un innalzamento dei toni da parte delle due fazioni.

Al momento non sembrano esserci i margini per un punto di comunione, ma in futuro ci saranno altre riunioni. A22 infatti intende abbattere il muro eretto da UEFA ed ECA; a confermarlo è indirettamente Florentino Perez, che ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Tuttosport:

Lo stato del calcio di oggi: "Sto lavorando, come i miei predecessori e quelli ancora prima, per adeguarmi ai tempi che vivo non possiamo consentire che i giovani amino sempre di meno il calcio perché le partite che offriamo sono meno attraenti e coinvolgenti. Non possiamo permetterlo, dobbiamo riflettere tutti insieme e dare ai giovani, che rappresentano il futuro, anche del calcio, quello che loro si aspettano da noi. Stiamo lavorando a questo e lotterò con tutta la mia forza perché il calcio non perda la sua posizione di privilegio e perché continui a essere il re degli sport in tutti i continenti".

Bernd Reichart
Bernd Reichart / Clemens Bilan/GettyImages

Sul futuro del calcio: "Negli ultimi vent’anni è arrivata una nuova generazione e il mondo è cambiato, tutto è cambiato nelle nostre vite, il calcio quindi non può non adeguarsi. Il calcio è l’unico sport veramente universale e globale, non possiamo permettere che altri sport, che sono più organizzati e orientati al cambiamento e alla modernità, sfruttino questo per togliere al calcio questa situazione di privilegio".

Sul suo lavoro da presidente del Real Madrid: "Mi inorgoglisce essere il presidente della istituzione sportiva più grande del mondo. E nello stesso tempo è una grande responsabilità perché devo essere all’altezza della circostanze e della storia. lo non devo tradire i tifosi, che vogliono vincere sempre, ma vogliono farlo con i nostri valori che sono sacrificio e rispetto dell’avversario, così come solidarietà. Abbiamo, infatti, anche una Fondazione Real Madrid che opera in tutti i continenti e abbiamo aperto 400 scuole sociali. Il legame con i nostri tifosi è qualcosa difficile da spiegare, ma è qualcosa che sperimentiamo in tutto il mondo e questa connessione con loro è un valore".

Il nuovo Bernabeu cambierà nome? "Mai! Lo stadio si chiamerà Santiago Bernabeu per tutta la sua vita. È lui che ha creato tutto questo, noi siamo dei prosecutori della sua opera. È lui che nel 1947 ha avuto l’idea di costruire questo stadio, all’epoca un progetto ambiziosissimo, è stato lui il primo a far viaggiare la squadra in America quando sembrava una follia, tutto quello che siamo adesso lo dobbiamo a lui. E poi il nome dello stadio è ormai un “marchio”. | giovani magari non sanno chi è stato Bernabeu, ma dicono: ci vediamo al Bernabeu. Se vogliono posso dedicarmi il centro sportivo, ma lo stadio sarà sempre Santiago Bernabeu".