Perché Vlahovic non dev'essere considerato un caso
La Juventus ha perso in casa in Champions League contro il Benfica. I lusitani hanno fissato il punteggio sul 2-1 grazie ai gol di Joao Mario (su rigore) e di David Neres, che hanno risposto al vantaggio iniziale di Milik arrivato nei primi quattro minuti di gioco. Ciò che ha attivato una girandola di commenti sui social è stata la prestazione anonima di Dusan Vlahovic.
Il centravanti serbo non è riuscito a timbrare il cartellino nel match forse più importante della stagione, oltre a rendersi protagonista di un'altra prova al di sotto delle aspettative toccando pochissimi palloni nell'area avversaria e completando pochi passaggi rispetto allo scorso anno come dimostrano i dati riportati da Kickest.
Lo scorso anno - come si legge nel tweet - nel 4-3-3 scelto da Massimiliano Allegri, Vlahovic completava quasi il doppio dei passaggi e inoltre toccava più palloni. Di sicuro un downgrade quello dell'ex Fiorentina, ma nonostante questo le sue prove alquanto deludenti non dovrebbero essere considerate come un caso.
Allegri ha sempre prediletto gli attaccanti in grado di venire incontro alla mediana e anche abili ad attaccare la profondità. La dimostrazione più lampante oltre a Milik? Alvaro Morata. Lo spagnolo - adesso all'Atletico Madrid - è stato trasformato da Allegri non solo come un ottimo terminale d'attacco ma anche come un esterno nel 4-3-3 dell'anno scorso capace di servire i compagni giocando "alla Mandzukic".
L'arrivo di Vlahovic però ha scombussolato i piani del tecnico livornese, non capace forse di plasmare a dovere un attaccante dall'ottimo fiuto del gol. Il post-partita della gara della precedente stagione contro il Genoa attesta (forse) questa tesi. Allegri ha (quasi) sempre giustificato il mancato sigillo di Vlahovic come una ricerca dell'equilibrio etichettando la partita di Marassi come la miglior prestazione del serbo alla Juve: "Ha fatto una delle migliori gare a livello tecnico, l'ho tolto perché avevo Morata fresco e per farlo rifiatare. Sono molto contento di come ha giocato tecnicamente. Io ho provato a spiegarlo ma sono sempre stato attaccato come se ce l'avessi con Vlahovic: un giovane ha meno gare degli altri in Serie A. Attraverso questo deve trovare un equilibrio. A volte dico le cose ma non capiscono o fanno finta di non capire. Lui non si rende conto della prestazione buona, ma piano piano troverà un equilibrio. Troverà serenità per giocare al ritmo giusto a livello mentale, sono step che deve fare. Ora che non fa gol, si sente in difetto ma non è così. Glielo dico, ci parlo, stasera la sua gara è tecnicamente buona. Giocasse sempre così sarebbe un bene per la squadra".
Una sorta di giustificazione o di un processo di crescita? Una cosa è certa: Vlahovic - in area di rigore - viene servito poco ed è costantemente arginato dalle retroguardie avversarie. Non basta soltanto posizionarsi bene in campo a livello tecnico, quello che conta per la Juve al momento sono i gol e il digiuno del serbo non aiuta un gruppo frastornato e privo di alternative di prima fascia.
Vlahovic non incide ma la colpa non è sua, piuttosto bisognerebbe accodarsi a tutti quelli che scrivono #AllegriOut sui social. Perché non è l'attaccante che deve migliorare in questo caso ma l'allenatore, specialmente dopo un errore di gestione e dopo un k.o. amarissimo come quello di ieri. Ecco perché Vlahovic non dev'essere considerato un caso.