Perché non è giusto esonerare Zanetti a nove giornate dalla fine
L'allenatore del Venezia Paolo Zanetti sembra essere finito sulla graticola: contro la Lazio è arrivata la terza sconfitta consecutiva e il quartultimo posto dista tre punti. Decisive - almeno sulla carta e al netto di quel che faranno le rivali - le prossime sfide contro Sampdoria, Spezia e Udinese.
Le voci su un ipotetico esonero del tecnico non si placano e la domanda sorge spontanea: è giusto esonerare Zanetti a nove giornate dalla fine del campionato? Zanetti - nel corso della stagione precedente - è stato l'artefice di un vero e proprio capolavoro: i lagunari, dopo il quinto posto in B, hanno staccato il pass per la massima serie al termine di un doppio confronto contro il Cittadella, tale da sancire un ritorno in A dopo una lunghissima attesa.
Nonostante i pronostici non a favore, il Venezia - quest'anno - è stato più volte autore di piccole imprese: la vittoria in casa contro la Fiorentina, quella contro la Roma e anche il pareggio contro la Juventus al Penzo. Zanetti, sulla falsariga dell'annata trionfale di un anno fa, ha costruito un ottimo collettivo pur partendo da un gruppo rinnovato, ricco di novità. La squadra, malgrado i pochi punti raccolti, si è dimostrata sempre coesa e uno switch d'allenatore nel corso di questa stagione potrebbe rivelarsi controproducente, soprattutto riflettendo sull'intero corso dell'annata dei Lagunari.
La zona salvezza non è poi così lontana e i prossimi incontri potrebbero forse rilanciare il gruppo verso un obiettivo che sarebbe prematuro ritenere utopistico. Esonerare Zanetti significherebbe di punto in bianco cancellare tutto il lavoro buono fatto in passato, rimodellare nuovamente a livello tattico la squadra. Il cambio in panchina potrebbe portare a una rivoluzione, forse inutile visti gli imminenti match che potrebbero rivelarsi alla portata. Un ulteriore alibi per il tecnico? Il calciomercato non proprio caratterizzato da scelte oculate, più orientato a nomi ad effetto. A nove giornate dalla fine è meglio concentrarsi sul rush finale e non pensare a cambi repentini e radicali: mandare via Zanetti (certamente) non sarebbe poi così opportuno.
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