Perché Mourinho "ha in mano le chiavi della città" per i tifosi della Roma?
Crisi di gioco e soprattutto di risultati quella che sta attraversando la Roma targata José Mourinho. Nel match contro l'Hellas Verona, le reti dei giovanissimi Volpato e Bove hanno sventato l'ennesima figuraccia di una stagione ben al di sotto delle aspettative; eppure, nonostante le diverse critiche, la posizione dello Special One non è in bilico.
Nel suo primo anno sulla panchina giallorossa, Mourinho ha raccolto solo 12 vittorie, 5 pareggi e ben 9 sconfitte. Rispetto alla passata stagione, i capitolini hanno 9 punti in meno, ma questo dato ci appare onestamente irrilevante. Nel 2021/22, la Roma era sì quarti, però da marzo in poi è iniziata una parabola discendente clamorosa che è culminata nel 7° posto.
Quel che invece dovrebbe preoccupare un po' tutti a Trigoria è la facilità con cui si prende gol. Finora Rui Patricio ha dovuto raccogliere il pallone dalla propria porta in ben 34 occasioni, di cui molte evitabili se i difensori (o lo stesso portiere) avessero assunto un atteggiamento più attento.
Le cose non vanno meglio nemmeno in attacco, dove a portare avanti la baracca è il solo Tammy Abraham. Questa stagione ha infatti visto un notevole peggioramento sotto l'aspetto realizzativo di Mkhitaryan e Veretout, quest'ultimo delegittimato dell'investitura da rigorista. Se aggiungiamo poi che Zaniolo pare irriconoscibile, si realizza il quadro completo della Roma 2021/22.
Ma perché José Mourinho non è ancora a rischio esonero, come mai una grossa fetta di tifosi continua a credere ancora in lui?
Partiamo dall'ultima domanda che è probabilmente quella più immediata. Essenzialmente, nella Capitale erano consapevoli che nemmeno un allenatore del calibro del portoghese sarebbe riuscito a risollevare nell'immediato una squadra che appare povera sotto l'aspetto tecnico.
Inoltre, Mourinho è un grande aizzatore di folle, uno che riesce ad avere la propria gente sempre dalla sua parte. Magari la Roma non vincerà, ma i tifosi giallorossi non avranno mai la forza di andargli contro. Ultimo motivo - forse il più determinante - è che ha più titoli lui che tutta la sala trofei dei giallorossi e per questo c'è una specie di timore reverenziale che impedisce ai fan di criticarlo.
Passando invece alla società, il principale motivo per cui non si parla (ancora) di esonero risiede nell'ingaggio percepito dallo Special One. Certo, si potrebbe parlare di piani di crescita, di progetti a lungo termine, ma la ragione è sostanzialmente che i Friedkin non vogliono continuare a pagare uno degli allenatori più pagati al mondo per non lavorare.
La dirigenza è dunque ancora convinta che un allenatore vincente alla lunga possa soltanto far bene a una squadra che non alza un trofeo da quattordici anni. Probabilmente hanno ragione, visto che esonerare un tecnico blasonato dopo appena una stagione non avrebbe senso (e sarebbe economicamente un suicidio): bisognerà attendere il prossimo mercato estivo e soprattutto il suo secondo anno di mandato prima di iniziare a giudicare l'operato di Mourinho alla Roma.
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