Perché il Milan deve riscattare Tomori per 28 milioni di euro?
Sono bastati circa due mesi a Fikayo Tomori per farsi apprezzare dall'ambiente rossonero. L'impatto del difensore classe '96 è stato straordinario, inaspettato. È vero che il Milan lo ha da sempre ritenuto un rinforzo valido per la conquista di un posto tra le prime quattro della Serie A, ma mai si sarebbe aspettato un rendimento da top player nell'immediato: dieci presenze tra campionato, Coppa Italia ed Europa League per un totale di nove reti concesse. Nessuna, però, per colpa diretta.
Ciò che risalta agli occhi è la sua capacità di integrarsi fin da subito all'interno di un gruppo coeso e competitivo, rendendosi all'altezza di compagni di reparto del calibro di Simon Kjaer e Alessio Romagnoli. In poche parole, tra Tomori e l'Italia è stato amore a prima vista. Chissà se il matrimonio si farà in estate, quando la dirigenza milanista sarà chiamata a sborsare 28 milioni di euro per esercitare il riscatto dal Chelsea.
Si tratterebbe di una spesa eccessiva per i canoni economici stabiliti dalla proprietà Elliott, che da un anno a questa parte ha avviato un progetto basato su giovani di prospettiva e a basso costo. L'eventuale partecipazione alla prossima Champions League e la possibilità di proseguire il cammino in Europa, però, sarebbero due fattori dominanti per il futuro di Tomori.
Inoltre, il costo del cartellino andrebbe analizzato da un altro punto di vista. Malgrado i cambiamenti radicali subiti dal mercato nell'ultimo periodo, il valore finanziario di Tomori è decisamente inferiore a quello tecnico. Aspetto che renderebbe vantaggiosa l'operazione per il Milan. Ma l'impressione è che la dirigenza rossonera già lo sappia. Mentre qualcuno nei pressi di Londra si sta mangiando le mani.
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