Perché Marcelo Brozovic viene soprannominato Epic Brozo?

Epic Brozo, il soprannome di Marcelo Brozovic
Epic Brozo, il soprannome di Marcelo Brozovic / 90min Italia
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Nell'immaginario collettivo, il direttore d'orchestra è visto come una persona pacata, una di quelle altezzose e raffinate. I Maestri sono sempre composti e impeccabili, poi però iniziano a dirigere e pian piano si fanno trasportare dalla musica: i loro capelli si scompigliano, le mani si muovono in maniera nevrotica, la faccia diventa paonazza. Dietro il velo di austerità si nasconde un'entità demoniaca.

Ma c'è un maestro d'orchestra che va controcorrente. Prima di tutto perché non dà istruzioni a dei musicisti, ma a una linea di centrocampo; poi perché quel caos che dovrebbe essere interno, lui lo sfoggia con orgoglio, ce lo sbatte praticamente in faccia. Allo stesso modo, l'eleganza e la classe di un Maestro, la fa vedere mentre gioca.

A primo acchito, non definiremmo "geniale" uno come Marcelo Brozovic, eppure nel corso degli anni si è preso la regia dell'Inter, diventandone burattinaio nonché uomo spogliatoio. Quando in campo non c'è il croato, i nerazzurri appaiono spenti, privi del loro faro.

Marcelo Brozovic
Marcelo Brozovic nel suo primo anno all'Inter (2015) / Marco Luzzani/GettyImages

I tifosi stravedono per Brozovic e sperano che possa decidersi a firmare il rinnovo di contratto il prima possibile. Però non è sempre stato così; c'è stato infatti un tempo in cui ad Appiano Gentile si auguravano la sua cessione, speravano che qualche club potesse mettere sul piatto qualche decina di milioni di euro regalando alla società una bella plusvalenza.

Come dar loro torto visto che nei primi mesi della sua avventura interista, Brozovic era un oggetto misterioso: troppo lento per fare la mezzala, ma con un tiro troppo letale per giocare lontano dalla porta.

A cambiare il corso degli eventi ci hanno pensato però due avvenimenti: il primo, di carattere meramente tattico, è il suo arretramento in mediana dove adesso disegna calcio ad ogni partita; il secondo attiene alla dimensione... virtuale.

Nel calcio 2.0, i social costituiscono un ulteriore metro di giudizio per valutare l'esperienza di un giocatore in una determinata squadra. Per fare un esempio: se un calciatore è scarso ma fa il simpaticone su Instagram, non ci sarà (del tutto) antipatico. Ed è così che Brozovic ha iniziato a intrufolarsi pian piano nel cuore dei tifosi dell'Inter.

Tutto risale all'estate del 2015. Marcelo Brozovic è in vacanza nella sua Croazia e si trova in macchina in compagnia di un amico e di due ragazze. I quattro decidono di scattarsi un selfie e lui assume una posa decisamente particolare: con l'indice e il pollice forma una "L" e si porta la mano sotto il mento. È così che nasce "Epic Brozo".

""Io mi metto in quella posa lì, d’istinto e senza una ragione precisa. Il significato? Mah, non so. Per esempio potrebbe voler dire “Sono un tipo giusto”, oppure “Sono un signore”, o ancora “Guarda in che bella situazione sono. I social impazziti? Un giorno vedo una pagina sulla Gazzetta dedicata a quel mio gesto e da quel momento esplode tutto. Il gesto diventa una hit nella comunicazione"."

Marcelo Brozovic a Goal.com.

Quella che parte come una posa goliardica diventa poi un vero e proprio marchio. Già, perché Marcelo non solo inizia a ripetere quel gesto per festeggiare i suoi gol (20 finora con l'Inter), ma lo esporta anche ad Appiano dove contagia anche i compagni. Per tutti, tifosi e giocatori, ormai è diventato "Epic Brozo".

Brozovic non è però una persona che si accontenta. Vuole strafare e farsi notare in ogni modo. Così si tatua l'emoji che riproduce la sua esultanza sulla mano sinistra e apre addirittura un bar dal nome "Epic Brozo Caffé Bar"! Il locale è situato a Velika Gorica, a pochi chilometri dal villaggio croato nel quale è nato e cresciuto, e per pubblicizzarlo ha deciso di postare una foto su Instagram che lo ritrae sul tetto, con la solita mano a "L" sul mento. Mai banale Marcelo Brozovic. Anzi, "Epic Brozo".


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