Perché la squalifica di Mourinho è stata confermata? La nota della FIGC

Mourinho
Mourinho / Alessandro Sabattini/GettyImages
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La giornata di ieri, in casa Roma, è stata caratterizzata ovviamente dal KO interno a sorpresa contro il Sassuolo ma c'è un altro aspetto che ha turbato gli animi giallorossi: l'assenza di José Mourinho in panchina, considerata la conferma della squalifica rimediata in Cremonese-Roma (poi sospesa in occasione della sfida con la Juve). I tifosi giallorossi hanno fatto sentire il proprio sostegno al tecnico, prima della partita, e intanto emergono le motivazioni che hanno condotto la Corte d'Appello federale a confermare la squalifica del portoghese. Questa la nota della FIGC:

"Tutto quanto raccolto (...) non offre evidenze certe per ribaltare – segnatamente rispetto alla valutazione della condotta tenuta del sig. Mourinho – la decisione del giudice di prime cure, non può in alcun modo revocarsi in dubbio che l’atteggiamento dell’allenatore della compagine capitolina, per quanto di competenza di questa Corte, sia da stigmatizzare, non soltanto con riferimento a quanto avvenuto sul terreno di gioco, ma anche e soprattutto in merito al comportamento da questi tenuto al termine dell’incontro, ben quarantacinque minuti dopo l’espulsione, argomenti questi che non lasciano alcun margine neanche per ridurre la sanzione irrogata, posta, altresì, la recidiva del reclamante".

Marco Piccinini, Jose Mourinho
Mourinho allo Zini / Alessandro Sabattini/GettyImages

Sul reclamo della Roma: "Le parti reclamanti, nel merito, ritengono detta sanzione sproporzionata, ingiusta ed erroneamente afflittiva. Contestano, in particolare, la ricostruzione dei fatti verificatisi all’inizio del secondo tempo della gara di cui è giudizio. Sostengono in questa direzione che l’infrazione contestata non sarebbe stata commessa e che, comunque, sarebbe dipesa da condotte e comportamenti del IV ufficiale, sig. Serra, che rifletterebbero profili di natura arbitraria quanto all’esercizio del potere riconosciuto alla funzione di componente del corpo arbitrale".

Cosa è successo negli spogliatoi? "Mourinho si è recato negli spogliatoi degli ufficiali di gara. Il direttore di gara e il IV ufficiale hanno ribadito, entrambi con assoluta fermezza, come dichiarato anche alla Procura federale, che il provvedimento di espulsione è stato deciso esclusivamente dal sig. Piccinini, arbitro appunto dell’incontro, per il comportamento provocatorio serbato e reiterato dal sig. Mourinho nei confronti del IV ufficiale. Segnatamente, il sig. Piccinini ha evidenziato come il sig. Mourinho, allontanatosi dall’area tecnica, avesse oltremodo indugiato nella sua insistita azione di protesta, giungendo quasi a contatto con il IV ufficiale di gara e puntandogli il dito contro. Il sig. Serra, dal canto suo, nel confermare la suddetta dinamica, ha ribadito categoricamente, a più riprese, di non aver pronunciato alcuna frase provocatoria o offensiva all’indirizzo dell’allenatore della Roma. Tutta la quaterna arbitrale ha poi ulteriormente confermato, all’unisono, quanto redatto nel referto di gara in merito al comportamento gravemente irriguardoso tenuto dal sig. Mourinho negli spogliatoi".

Marco Serra
Marco Serra / Gabriele Maltinti/GettyImages

Le frasi di Mourinho: "Di poi, nel costrutto difensivo, risulta inspiegabilmente ridimensionata la rilevanza giuridica della condotta tenuta dal sig. Mourinho all’interno dello spogliatoio che, a fronte della semplice negazione da parte del sig. Serra delle accuse a lui rivolte, indugiava in espressioni offensive («sei un bugiardo», «non sei un uomo») ovvero gravemente allusive sulla presunta parzialità del suddetto ufficiale di gara («mi hai fatto buttare fuori perché sei di Torino e domenica c’è Roma – Juventus»). È, infatti, di tutta evidenza come rispetto a tale ulteriore segmento della condotta in addebito assuma, comunque, valenza neutra il preteso atteggiamento irriguardoso che il sig. Serra, nella ricostruzione privilegiata dalle parti reclamanti, avrebbe tenuto al 2° minuto di gioco del secondo tempo".

Non si entra nel merito della posizione di Serra poiché in questo caso si esce dalla competenza del giudizio sportivo: "In primo luogo, va chiarito che l’ambito di competenza del giudizio sportivo di primo e secondo grado è inerente, in via esclusiva, alla gara e non ha a oggetto profili strettamente disciplinari, segnatamente quanto alla condotta del sig. Serra, peraltro già all’attenzione dell’organo requirente. In seconda battuta, in riferimento ai mezzi di prova utilizzabili da questa Corte, con riguardo ai filmati, va ulteriormente precisato che il Giudice della gara ha «facoltà di utilizzare, quale mezzo di prova, al solo fine della irrogazione di sanzioni disciplinari nei confronti di tesserati, anche riprese televisive o altri filmati che offrano piena garanzia tecnica e documentale, qualora dimostrino che i documenti ufficiali indicano quale ammonito, espulso o allontanato un soggetto diverso dall’autore dell’infrazione» o, mediante una dettagliata procedura, «limitatamente ai fatti di condotta violenta o gravemente antisportiva o concernenti l’uso di espressione blasfema non visti dall’arbitro o dal VAR»".