Perché la Roma non teme conseguenze per l'affare Spinazzola-Pellegrini
Si è spesso detto come l'inchiesta Prisma, relativa alla Juventus, potesse allargarsi ad altri club e arrivare a coinvolgere società che in passato hanno fatto affari coi bianconeri: nella giornata di ieri è emersa la notizia della trasmissione delle carte dalla Procura di Torino a quella di Roma, documenti relativi al club giallorosso.
Sotto osservazione c'è anche il passaggio di Leonardo Spinazzola alla Roma nel giugno 2019, con tragitto inverso compiuto da Luca Pellegrini: due affari messi a bilancio per 29,5 milioni (Spinazzola-Roma) e 22 milioni (Pellegrini-Juve).
L'affare venne condotto da Paratici e da Petrachi, ex dirigenti di Juve e Roma, e in casa giallorossa al momento non filtra apprensione per il fascicolo trasmesso da Torino: c'è piena convinzione della legalità e della trasparenza dell'affare condotto ai tempi della gestione Pallotta, con tanto di possibile mossa legale qualora si ravvisasse una diffamazione verso il club giallorosso.
Un aspetto chiave della tranquillità giallorossa riguarda l'azione di monitoraggio già svolta nell'estate 2022 da Guardia di Finanza, Consob e Covisoc in occasione della rimozione del titolo della Roma dalla borsa. In tale frangente non vennero individuate irregolarità, aspetto che crea le basi per l'attuale serenità dei capitolini.