Perché la questione societaria dell'Inter non deve essere un nuovo alibi per Antonio Conte
Da Suning e Lion Rock a Bc Partners, passando per gli svedesi di EQT e gli statunitensi di Arctos Sports Partners. Quote, maggioranza, minoranza. Cessione o semplicemente nuovo socio e nuova partnership: sono tante le voci che continuano a susseguirsi sul futuro societario dell'Inter, diventato incerto sul fronte proprietario dopo le forti contrazioni ai ricavi (che riguardano tutti i club) generate dalla pandemia e annunciate nell'ultimo CdA straordinario.
Questa situazione potrebbe portare ad nuovo alibi per Antonio Conte? È la domanda che si fanno in tanti, ma la risposta è no. Chiaro: l'Inter non è obbligata a tutti i costi a vincere lo Scudetto, come rimbalza da mesi in diversi studi televisivi. Se si analizza il mercato estivo (oltre all'acquisto di Achraf Hakimi finanziato dalla plusvalenza record generata dalla cessione di Mauro Icardi al Psg) ci sono club che hanno investito di più e che hanno più pressioni dei nerazzurri vista la rosa e il monte ingaggi (vedi la Juventus), ma ce ne sono anche altri (come il Milan) che stanno marciando oltre le aspettative e con una rosa ben più corta di quella nerazzurra.
Questo è uno dei motivi che deve portare Conte a non avere alibi, specie dopo l'addio all'Europa e la lotta continua che attende l'Inter su due fronti: il campionato (diventato automaticamente l'obiettivo primario della stagione) e la Coppa Italia, dove ai quarti di finale è in agenda il Derby della Madonnina. Conte deve pensare solo al campo, perché gli elementi per competere in queste due competizioni ci sono tutte: "Quest'anno il verbo volere non esiste, che sia chiaro - ha detto lo stesso tecnico a Dazn dopo il pari con la Roma, quando interpellato sul mercato -. Già ad agosto mi è stata dettata la linea del club, Hakimi lo abbiamo preso ad aprile poi non abbiamo comprato nessun'altro. La linea è chiara, io non voglio nessuno e lavoro coi calciatori a disposizione. Ci sono pregi e difetti in questa rosa, ma andremo a combattere con questi. Sono contento, poi dimenticate il discorso mercato per l'Inter perché a me hanno detto questo. Leggo che voglio questo o quest'altro, ma passa sempre il messaggio sbagliato. Da agosto non esiste il verbo volere, c'è il verbo lavorare che io conosco molto bene". E allora palla al campo. Senza alibi.
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