Perché la Lega Serie A fatica a vendere i diritti tv in Italia?
Di Marco Deiana

La Lega Serie A prosegue le trattative private per la vendita dei diritti televisivi in Italia, con l'ombra - sempre più concreta - della creazione di una tv privata legata alla Lega Calcio per la trasmissione delle partite del massimo campionato italiano. L'iniziale euforia e illusione sulla crescita del calcio italiano - con tre finaliste nelle tre competizioni europee - va a spegnersi contro i veri problemi della Serie A.
Il dato di fatto, ad oggi, è la difficoltà della Lega Calcio ad ottenere quel miliardo (o poco più) annui dalle televisioni italiane per la trasmissione dei match della Serie A. Nel bando dello scorso triennio (che si concluderà con la stagione 2023-24) si sono toccati i 900 milioni di euro a stagione, grazie al grosso investimento - con l'aiuto di TIM - effettuato da DAZN. E questa volta, qual è potrebbe essere il problema nella vendita dei diritti tv in Italia?
Tralasciando vecchie questioni legate alle infrastrutture, che possono creare problemi - forse - solamente nella vendita dei diritti tv all'estero, almeno nel confronto con la Premier League che garantisce oltre ad un campionato molto più competitivo e con nomi eccellenti, anche maggior qualità dal punto di vista estetico; non vanno sottovalutate le inchieste, i processi e quel clima di continua incertezza che regna nel nostro calcio e che, di fatto, allontana una parte (piccola? Questo è da valutare) degli appassionati dalla Serie A.
Impossibile non prendere in considerazione anche la protesta dei tifosi della Juventus che ha portato ad una sorta di ammutinamento, con una serie di disdette sugli abbonamenti DAZN e SKY. Una protesta - probabilmente - valutata con troppa sufficienza. Detto che in questo articolo non si vuole entrare nel merito dei processi e della protesta del popolo bianconero, per i broadcast investire per tre, quattro o forse cinque anni nella Serie A dove i tifosi della squadra più seguita d'Italia potrebbero non abbonarsi è un rischio da non sottovalutare. Chi investirebbe su un prodotto da vendere, sapendo che i principali acquirenti/clienti di quel prodotto potrebbero non comprarlo anche solo per un anno?
E poi c'è quel dato che nessuno prende in considerazione. Gran parte dei club di Serie A - oltre ad avere debiti importanti - si reggono sugli incassi dei diritti televisivi, che pesano in media il 55% dell'intero ricavo annuo (dato del 2020). A queste condizioni le televisioni possono giocare al ribasso, consapevoli che anche una proposta più bassa rispetto all'obiettivo imposto della Lega Calcio è oro colato per le casse delle società e per la sopravvivenza della Serie A e del calcio italiano.
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