Perché la Juventus segna poco? Lo spiega l'ex tattico di Andrea Pirlo

Dusan Vlahovic
Dusan Vlahovic / Chris Brunskill/Fantasista/GettyImages
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Bello o brutto gioco, risultati o non risultati, uno dei problemi principali della Juventus è la scarsa vena realizzativa degli attaccanti. Che poi, a dirla così, sembra anche offensivo. Il reparto offensivo bianconero può contare su calciatori come Federico Chiesa, Angel Di Maria, Moise Kean, Arka Milik e soprattutto Dusan Vlahovic. Eppure la Juventus di Massimiliano Allegri è bel oltre sotto al podio nel numero di gol realizzati in Serie A.

Un problema non da poco, anche se spesso si dice che il credo calcistico del mister bianconero sia quello del corto muso. L'1-0 come risultato perfetto di una partita. Ma bisogna anche considerare l'avversario, che non sempre rimane a secco di gol e quindi servirebbe una maggiore propensione alla rete.

Il problema del gol in casa Juventus è stato spiegato da un ex bianconero, uno di quelli che lavora dietro le quinte. Parliamo di Antonio Gagliardi, assistente tattico di Andrea Pirlo durante l'esperienza juventina. Intervista dal Corriere della Sera, ha provato ad analizzare la scarsa propensione al gol della formazione bianconera.

"Nella Juventus l'unico vero creatore di occasioni è Angel Di Maria. Averlo o no in formazione cambia la qualità. C'è un arsenale vasto, è vero, ma per esempio Federico Chiesa è un giocatore da uno contro uno, Kostic è forse il miglior crossatore della Serie A ma sui dribbling ha numeri normali".

Sul centrocampo della Juventus, o meglio su due calciatori in particolare, questo è il pensiero di Gagliardi.

"Rabiot è un invasore, mentre Fagioli è una mezzala di possesso palla. Un calciatore capace di abbassarsi per aiutare nella costruzione o alzarsi nella linea dei trequartisti. Un numero 8 abile a fare sia il numero 4 che il numero 10".