Perché la Juve deve continuare a puntare su Miretti
Torniamo indietro di qualche ora: la Juventus ha battuto lo Spezia fissando il punteggio sul 2-0 grazie ai gol di Dusan Vlahovic e Arek Milik. Ma ciò che è saltato agli occhi di tutti è stato l'atteggiamento - oltre alla prestazione - del classe 2003 Fabio Miretti. Il centrocampista, prodotto del vivaio bianconero, ha letteralmente trascinato la mediana allenata da Massimiliano Allegri tanto da ricevere i complimenti di qualche ex calciatore oltre che degli altri addetti ai lavori.
Adesso il wonderkid nato a Pinerolo si candida per essere uno dei pilastri della Juve che verrà. Il giocatore - nel corso del match di ieri - ha lasciato tutti di stucco con inserimenti continui e strappando dai piedi della squadra avversaria palloni su palloni. Il momento clou è stato il cosiddetto cioccolatino offerto a Milik in occasione del secondo gol siglato che gli è valso il titolo come il primo 2003 in Serie A a firmare un passaggio decisivo in un'azione culminata con una rete.
Qualità, visione di gioco e raffinatezze che adesso fanno il caso di Max Allegri, quest'ultimo felice nel coccolare un potenziale crack e diamante da sgrezzare: "Ha iniziato bene, poi è calato e poi è riuscito. Ma è normale che i giocatori di qualità vengono fuori. Sono contento di lui e della squadra. Ha un vantaggio: in pochi controllano la palla come lui, credo stasera non abbia sbagliato uno stop". Non solo: la pacca sulle spalle è arrivata anche da una leggenda come Claudio Marchisio che - nel vedere Miretti - non si è sottratto nel pubblicare un tweet in cui elogiarlo.
Adesso alla Continassa arriva un giocatore come Leandro Paredes, ma questo non dovrebbe cambiare il destino di Miretti che ieri ha mandato in visibilio i tifosi presenti all'Allianz Stadium e non. Personalità da vendere e anche tecnica, Miretti - ad oggi - è considerato indispensabile per questa Juve. Con Rovella andato al Monza e con Fagioli per ora fuori dall'undici titolare, il diciannovenne di Pinerolo è al momento l'unico valore aggiunto in un reparto che fatica. Gioca sempre in verticale, sdoppiandosi da trequartista a mezz'ala dimostrandosi funzionale al tipo di gioco prediletto da Allegri. Per la Juve e anche per il nostro calcio. Ecco (forse) perché il talento di Miretti dev'essere costantemente coltivato e non relegato in panchina.
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