Perché il commissariamento è un rischio concreto per l'AIA?

Gianluca Rocchi
Gianluca Rocchi / Paolo Bruno/GettyImages
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La direzione di Rapuano nella finale di Supercoppa Italiana ha destato più di qualche polemica gettando ulteriore benzina sulla bufera che negli ultimi tempi avvolge la classe arbitrale italiana, non solo di Serie A. Secondo l'edizione odierna de Il Corriere dello Sport, il problema non sarebbe esclusivamente legato all'aspetto sportivo, ossia alle decisioni sbagliate dei direttori di gara, bensì coinvolgerebbe l'intera governance dell'AIA.

Partiamo dicendo che l'Associazione Italiana Arbitri è composta da nove membri, tra i quali ci sono il presidente Carlo Pacifici e il suo vice Alberto Zaroli. Il punto è che il malumore generale ha fatto sì che si venissero a creare due fazioni in guerra tra loro. Da una parte abbiamo Archinà, Affinito e Zappi che sostengono i vertici attuali. Dall'altro invece Senesi, Mazzaferro, Camiciottoli e Marconi vorrebbero un ribaltone e starebbero pensando di sfiduciare la governance Pacifici-Zaroli.

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A quel punto, prosegue il CdS, se lo scettro del potere cadesse, il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, avrebbe il compito di nominare un commissario e, a tal proposito, il nome più accreditato è quello di Gianluca Rocchi, attuale designatore arbitrale che però non ha mai nascosto il sogno di diventare un giorno presidente dell'AIA.