Perché Hauge non dev'essere un rimpianto per il Milan
L'Eintracht Francoforte ha battuto ieri sera i Glasgow Rangers aggiudicandosi l'Europa League dopo la cosiddetta lotteria dei rigori. A segnare il rigore decisivo è stato Santos Borré, fatale invece per gli scozzesi l'errore dal dischetto di Aaron Ramsey. Nell'Eintracht c'è anche una vecchia conoscenza della nostra Serie A, ovvero Jans Petter Hauge.
Il percorso dell'attaccante norvegese con la maglia del Milan però è stato tutt'altro che entusiasmante: Hauge ha inanellato solo 18 presenze condite solamente da due gol, ma il suo trasferimento all'Eintracht si è rivelato producente tanto per il club di Via Aldo Rossi che per le "aquile".
L'Eintracht non solo ha ottenuto la salvezza, ma è riuscito anche a sollevare una coppa ottenendo anche il pass per la prossima Champions League. Un traguardo, anzi, dei traguardi che fanno piacere al Milan date le clausole incluse nel trasferimento del norvegese nel club della Bundes.
Hauge ha fatto guadagnare ai rossoneri quindici milioni: due milioni di euro per il prestito oneroso e gli otto pattuiti dal riscatto per la salvezza, i due milioni di bonus personali raggiunti dal calciatore e i restanti tre ottenuti ieri sera dopo il trionfo del Sanchez Pizjuan. Non solo: c'è anche la percentuale di rivendita corrispondente al 15%.
Maldini e Massara, quindi, ottengono un bonus succoso. Dopo aver visto ieri sera la finale di EL culminata col trionfo dell'Eintracht i rossoneri adesso incassano altri milioni fondamentali per il prossimo mercato. Hauge solleva un trofeo, a differenza della sua precedente esperienza sotto i riflettori di San Siro col Milan dove - a causa del poco spazio - non è riuscito ad incidere e a ritagliarsi un ruolo nel mosaico tattico di Pioli. I rossoneri, magari con la sua permanenza, avrebbero avuto a sinistra una pedina in più nell'organico ma a quanto pare la cessione del norvegese non si è rivelata poi così significativa. E se ci mettiamo anche il tesoretto incassato nell'affare possiamo solamente dire che Hauge non dev'essere assolutamente un rimpianto.
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