Perché Dybala falso nove non è un'idea percorribile?

Per il momento sembra di no.

AS Roma v AC Milan: Quarter-Final Second Leg - UEFA Europa League 2023/24
AS Roma v AC Milan: Quarter-Final Second Leg - UEFA Europa League 2023/24 / Silvia Lore/GettyImages
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Un gol d'autore, un cambio forzato dalle contingenze del primo tempo, l'abbraccio di Daniele De Rossi e dello Stadio Olimpico. Mai come nella corrente stagione Paulo Dybala è sembrato essere nel posto giusto, con una continuità atletica e di rendimento che incorniciano la sua annata come la migliore a livello individuale, nonché una delle più prolifiche.

Lo era con Mourinho e ha continuato a esserlo con De Rossi. Il centro gravitazionale dell'attacco giallorosso, un giocatore che attrae e preoccupa, che nei momenti topici fa accadere le cose più belle. La consapevolezza del suo mancino sembra crescere con l'incedere del suo percorso alla Roma, con lo scorrere del tempo, in modo direttamente proporzionale all'affetto che il pubblico gli riserva gara dopo gara.

Paulo Dybala è sempre più calato nella realtà romanista. Al punto da diventare elemento imprescindibile nella testa di tutti, al punto di arrivare pensare a lui anche in altre vesti, a causa dello stop che ha fermato Romelu Lukaku dopo una ventina di minuti della sfida di Europa League contro il Milan.

Le parole di De Rossi su Dybala falso nove

"Dybala sì, bravo mi hai fatto una bella domanda. Mi piacerebbe, ci ho pensato qualche volta. Per giocare con un falso nove come Paulo, a mio avviso, devi avere tanti giocatori di grande gamba sulle fasce perché uno come lui gioca attaccante, quindi viene spesso incontro per caratteristiche, e sulle fasce devi avere giocatori tanto esplosivi, tanto di profondità; anche a centrocampo le mezz'ali devono essere giocatori che attaccano la profondità con una gamba importante che non è la prima qualità che abbiamo noi nella rosa. Mi piacerebbe tanto, ma dobbiamo farlo combaciare con l'attacco della profondità altrimenti veniamo tutti quanti incontro e facciamo partite, come ci è successo in qualche frazione, dove siamo portati troppo a venire incontro e in aggressione ci possono far male gli avversari".

Mi piacerebbe ma nella rosa gli esterni di grande gamba non sono il nostro punto di forza. Si potrebbe, con qualche aggiustamento, semplificare così l'analisi di Daniele De Rossi sull'ipotesi Paulo Dybala falso nove. E, guardando alle caratteristiche della rosa giallorossa, tendiamo a pensarla come il tecnico.

Il nuovo allenatore, in carica da ormai 3 mesi con risultati eccellenti, non ha mai rinunciato a sperimentare. La Roma ha giocato con il 4-2-3-1 e con il 4-3-3, si è messa in varie occasioni con la difesa a 3 e due terminali offensivi a completare l'undici e l'ultimo esperimento è stato quello vincente del 4-4-2 nella doppia sfida europea contro il Milan. In tutti questi moduli di riferimento, Paulo Dybala ha sempre occupato una delle posizioni più offensive: largo a destra con la tendenza a rientrare nei primi due, centrale negli altri. Il calcio offerto dall'argentino è migliorato costantemente, dopo le difficoltà delle prime uscite, e ora il suo utilizzo il più vicino possibile alla porta avversaria appare come una necessità.

Tuttavia, la soluzione falso nove è stata momentaneamente bocciata. Con il Bologna, come affermato nella conferenza stampa dal tecnico giallorosso, giocherà uno tra Azmoun e Abraham da punta centrale. Dybala, se non sarà tenuto a riposo in vista dei tanti impegni, orbiterà alle spalle dell'iraniano o dell'inglese. L'ipotesi falso nove è quindi da rimandare a un futuro che non sembra prossimo. Quando la Roma vantava sulle proprie corsie calciatori come Mohamed Salah e Stephan El Shaarawy, e ancora interpreti della gamba di Gervinho o Nainggolan, vedere Francesco Totti agire in quel modo era diventato naturale, anche grazie all'interpretazione totalitaria del ruolo da parte della leggenda giallorossa, già vissuta ai tempi del primo Luciano Spalletti.

Radja Nainggolan, Mohamed Salah, Gervinho
AS Roma v Empoli FC - Serie A / Paolo Bruno/GettyImages

L'evoluzione che abita nella testa di molti, con le dovute proporzioni del caso, è proprio quella. Tuttavia la composizione della rosa, quasi proibisce un evento del genere. La Roma è costruita con tanti attaccanti centrali (Lukaku, Abraham, Azmoun) che non sono mai stati abituati a giocare sugli esterni, e con poche ali (Stephan El Shaarawy e Zalewski) che soltanto ora stanno riscoprendo quel ruolo dopo il ripetuto utilizzo come quinti di centrocampo. Daniele De Rossi non ha, ad accezione del Faraone, esterni veloci che capiscono come e quando attaccare la profondità alle spalle delle linee avversarie; non ha mezz'ali box to box che spiccano dal punto di vista atletico.

Dunque, nonostante il nuovo tecnico giallorosso si sia dimostrato al contempo uno sperimentatore e un allenatore concreto, anche per le idee più intriganti ci sono degli ostacoli naturali, soprattutto nel momento più delicato della stagione.

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