Perché Ciro Immobile ha trovato il suo habitat naturale alla Lazio

C'è grande trepidazione in casa Lazio per la ripresa della stagione 2019/20 e la lotta Scudetto con la Juventus, che sarà ancora più aperta a causa delle problematiche causate dall'emergenza Coronavirus, prima con lo stop del campionato e poi con la graduale ripartenza degli allenamenti collettivi.

Impegni ravvicinati, caldo afoso, assenza di pubblico, preparazione atletica non ottimale e rischio elevato di infortuni. Questo mix di fattori renderà anomalo lo svolgimento di molte partite di campionato, ribaltando talvolta pronostici e situazioni di classifica. E i biancocelesti sono una delle squadre più attese perché, per molti, potrebbe aver perso smalto negli ultimi due mesi.

Chissà come reagirà la squadra di Simone Inzaghi. Chissà come reagirà Ciro Immobile, divenuto punta di diamante del club capitolino e dell'intera Serie A, di cui guida la graduatoria dei migliori marcatori. Proprio ora, verrebbe da dire, che l'attaccante ha raggiunto l'apice della sua carriera, sapendo scacciare le critiche e ritrovando nella Lazio l'habitat naturale per rigenerarsi. Qual è stato il motivo di questa metamorfosi?

Le pressioni ci sono anche a Roma, ma sono maturate nel momento in cui Immobile aveva ormai preso in mano la squadra e si era candidato a leader in campo. Cosa non accaduta in altre piazze visitate più da turista che calciatore, quando le luci dei riflettori erano puntate esclusivamente su di lui. Al Genoa non seppe confermarsi dopo la straordinaria annata in Serie B con il Pescara (culminata con la promozione), mentre tra Borussia Dortmund e Siviglia visse due anni particolarmente complicati per aspettative e tempo di ambientamento che non hanno combaciato. Dal 2016 Immobile sembra un'altra persona. Probabilmente ripartire da zero, dimostrando nuovamente le sue qualità, lo ha aiutato a ricostruirsi un'immagine e lasciare il segno.

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