Pavel Nedved, leader dentro e fuori dal campo: una carriera ricca di soddisfazioni, racchiusa in un rimpianto
Cinque scudetti (due revocati con la Juventus), tre Supercoppe Italiane e un Pallone d'Oro, ma anche due coppe Italia con la Lazio, una Supercoppa Europea e una Coppa delle Coppe con i biancocelesti, vittorie in Repubblica Ceca con lo Sparta Praga. Tanti trofei, tanti gol, tante corse, tanti insulti dai tifosi avversari per il suo atteggiamento che invece faceva gasare chi lo aveva accanto. Diciamo la verità, uno come lui era sempre meglio averlo accanto. Pavel Nedved festeggia oggi il suo 48° compleanno.
Una carriera ricca di soddisfazioni racchiusa però in un rimpianto. Pavel Nedved nel 2003 ha vinto il Pallone d'Oro con la Juventus, anche senza vincere la Champions League. Il club bianconero, guidato da Marcello Lippi, vinse il campionato ma non riuscì a battere il Milan in finale di Champions, perdendo ai rigori.
La Juventus vinse ai quarti di finale contro il Barcellona, vincendo 1-2 al Camp Nou al ritorno, e in semifinale ribaltò il Real Madrid, vincendo per 3-1 nell'allora Delle Alpi. Una grandissima partita con i gol di Trezeguet, Del Piero e Nedved.
Poi l'evento che divide ancora juventini e milanisti: un'ammonizione a centrocampo, sul 3-0, per troppa generosità della Furia Ceca (e anche un pizzico di ingenuità). Fallo su McManaman. Nedved, già diffidato, trascinatore della Juventus con 14 gol stagionali (terzo miglior bottino di sempre per il ceco), ammonito e squalificato in finale.
Quella maledetta Coppa per la Juventus, poi persa contro il Milan. Niente da fare per Pavel che si consolerà qualche mese dopo con il Pallone d'Oro. Le soddisfazioni e i rimpianti.
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