Parla papà Inzaghi: "Simone stravede per Eriksen. E il colloquio con Lukaku..."

Simone Inzaghi
Simone Inzaghi / Jonathan Moscrop/Getty Images
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A La Gazzetta dello Sport, con una lunga intervista, Giancarlo Inzaghi, padre di Simone e Filippo, ha raccontato alcuni aneddoti sull'estate del neo tecnico nerazzurro, alle prese con l'addio di Romelu Lukaku, ma anche con una grande partenza: "Conosceva tutti alla Lazio, quella era casa sua. Però ha capito che era arrivato il momento di staccarsi e all’Inter si è subito inserito bene - racconta -. Mi dice che è contento, che i dirigenti sono molto bravi, che hanno saputo reagire benissimo alla cessione di Lukaku e alle difficoltà economiche".

Thomas Tuchel, Romelu Lukaku
Lukaku al Chelsea con Tuchel / Michael Regan/Getty Images

Giancarlo Inzaghi ha poi rivelato l'aneddoto su Romelu Lukaku: "Il giorno della svolta, Mone era a Milano Marittima. Squilla il telefono e sul display appare il nome del belga - si legge su fcinternews.it -. “So già cosa mi vuoi dire”. Lukaku gli ha ribadito che nei pochi allenamenti fatti insieme si era trovato benissimo con lui, ma che non poteva fare altrimenti. Mio figlio ha provato a convincerlo: “Qui sei il re, a Londra sarà diverso”. Ma non aveva chance. È stata una cessione pesante, “come perdere tre giocatori in un colpo solo”, mi ha detto. Però poi ha responsabilizzato gli altri, spronandoli a far vedere che sono forti e competitivi anche senza Lukaku".

Joaquin Correa, Edin Dzeko
Dzeko e Correa / Emmanuele Ciancaglini/Getty Images

Su Dzeko, arrivato al posto del belga: "Appena è arrivato ad Appiano, Mone gli ha detto: “Era l’ora che giocassi con me, nei derby mi hai sempre dato molto fastidio”. È il suo modo di vivere il gruppo: battute, ma anche severità. Nello spogliatoio della Lazio sa quante volte sono volate le bottigliette? Una volta Hoedt lo fece arrabbiare e mio figlio fu durissimo. Il lunedì seguente il difensore gli chiese un colloquio per scusarsi, ma Mone gli disse che gli avrebbe parlato solo il venerdì pomeriggio: l’ha lasciato quattro giorni a macerare. Correa? Non l’ha voluto perché lo conosce, ma perché lo considera fortissimo e in grado di fare la differenza giocando in coppia con qualunque altro attaccante".

Christian Eriksen
Christian Eriksen / Marco Canoniero/Getty Images

La chiosa è su Christian Eriksen: "È dispiaciutissimo per i suoi problemi di salute, anche perché ne avrebbe fatto il perno della squadra. Mone stravede per lui, speriamo possa risolvere tutto e tornare a giocare".


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