Paolo Maldini compie 52 anni: le tappe di una carriera leggendaria con il Milan...ma senza trofei in Nazionale

AC Milan v Manchester United - UEFA Champions League Round Of 16 2nd Leg
AC Milan v Manchester United - UEFA Champions League Round Of 16 2nd Leg / Etsuo Hara/Getty Images
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Incomprensioni con parte della tifoseria nell'ultima parte della carriera, ma è letteralmente impossibile che il nome, e cognome, Paolo Maldini non suscitino un sussulto e mille ricordi per chiunque abbia a cuore le sorti del Milan. Una delle leggende del club rossonero, oggi 26 giugno 2020, compie 52 anni. Ripercorriamo insieme la lunga e scintillante carriera di uno dei difensori italiani più forti di sempre, oggi dirigente.

Gli esordi

L'esordio a Udine nel 1985
L'esordio a Udine nel 1985 / Pianetamilan.it

Paolo Maldini nasce a Milano il 26 giugno 1968, con il pallone già nei geni tramandati dal compianto padre Cesare, anch'esso rossonero prima da giocatore e poi da direttore tecnico, ma soprattutto allenatore della Nazionale. Nel settembre 1978 il provino del giovane Paolo con il Milan va a gonfie vele: entrerà nel mondo milanista per non uscirne più. Difensore duttile, classe da vendere e ambidestro: a 16 anni arriva la prima convocazione con il Milan dei grandi del Barone Nils Liedholm. Non poteva immaginare che, il 20 gennaio 1985, avrebbe esordito in Serie A subito, contro l'Udinese, a causa dell'infortunio di Sergio Battistini. Uno stop "benedetto", col senno di poi. Nella stagione successiva, '85-'86, si parla già di Maldini come una delle promesse più importanti del panorama calcistico italiano. Metterà insieme 27 presenze, da terzino sinistro, con il primo gol dei 29 totali realizzati in A, che arriverà contro il Como il 4 gennaio 1987.

Alessandro Sabattini/Getty Images

Paolo Maldini si è già preso il Milan. Non sa che con Arrigo Sacchi vincerà tutto il possibile. Nel 1988 il difensore vince il suo primo scudetto, l'anno successivo la prima Coppa Campioni (in finale contro la Steaua Bucarest): sarà il più giovane di quella straordinaria difesa composta da Baresi, Tassotti, Galli e Costacurta, che vincerà anche Supercoppa europea e Coppa Intercontinentale.

Capitano dal 1997

Dopo i fasti dell'era Sacchi arriva in panchina Fabio Capello. Anche con il nuovo tecnico la "solfa" non cambia: sarà uno dei titolari inamovibili e vincerà scudetto e Champions League. Dal 1994-95, però, il Milan vivrà un periodo di flessione che riporterà in panchina Arrigo Sacchi: ne risentirà anche Maldini, che cambierà continuamente ruolo e non riuscirà ad esprimersi sui suoi ormai abituali (grandi) livelli. La "risalita" comincia nella stagione 1997-98, la prima che Paolo Maldini disputerà con la fascia da capitano al braccio. Ereditata da Franco Baresi, la toglierà solo il giorno del suo ritiro. Con l'arrivo in panchina di Alberto Zaccheroni nella stagione '98-'99 conquista il suo primo scudetto (a Perugia) da capitano.

Paulo Maldini
Paulo Maldini / Getty Images/Getty Images

Anche gli anni 2000 saranno ricchissimi di soddisfazioni. In panchina Carlo Ancelotti, Alessandro Nesta come compagno in difesa: una coppia difficilmente superabile. Grandissime gioie, come le due Champions League vinte con la Juve (2003) e Liverpool (2007), intervallate dalla drammatica sconfitta ai rigori proprio contro i Reds, nel 2005, con la gara aperta proprio da un suo gol al 1° minuto (il gol più veloce in una finale di Champions). Maldini, così, avrà disputato ben 8 finali di Champions League (o Coppa Campioni): un vero habituè.

Il ritiro

AC Milan v AS Roma - Serie A
AC Milan v AS Roma - Serie A / Vittorio Zunino Celotto/Getty Images

Il tempo, però, passa per tutti. Anche per uno dei difensori più forti della storia. Il 24 maggio 2009, giocherà per l'ultima volta a San Siro nella sconfitta con la Roma: giro di campo emozionante, ma la nota negativa arriva dalla contestazione di una piccola parte del tifo organizzato tra gli applausi di tutto il resto dello stadio (tifosi giallorossi compresi). L'ultima gara con la maglia rossonera arriverà una settimana più tardi, a Firenze. Chiuderà con 902 presenze e 33 reti in tutte le competizioni. Il Milan ha ritirato il numero 3 in suo onore e, nel 2018, lo ha riaccolto nei ranghi come dirigente.

FABIO MUZZI/Getty Images

Colonna della Nazionale... ma zero titoli

Il palmares con il Milan di Paolo Maldini
Il palmares con il Milan di Paolo Maldini / Wikipedia

Oltre a rappresentare un pezzo di storia del Milan, Paolo Maldini è stato anche uno dei leader della Nazionale italiana per anni. Ma con gli azzurri, dopo i 26 trofei vinti, non ha incredibilmente vinto nessun titolo. L'esordio in Nazionale maggiore arriva già a 19 anni, il 31 marzo 1988 in Jugoslavia-Italia 1-1. Ne indosserà la maglia per 126 partite, di cui 74 da capitano, realizzando 7 gol. Tante, troppe le beffe subite con l'Italia: la prima nei Mondiali italiani del 1990, quando viene eliminato dall'Argentina di Maradona in semifinale e ai rigori.

Etsuo Hara/Getty Images

Già, proprio quelli che diventeranno una sorta di maledizione per Paolo Maldini. La storia si ripete 4 anni più tardi, a Pasadena, nella finale con il Brasile ai Mondiali di USA '94. Non c'è due senza tre e arriva l'ennesima delusione a Francia '98, eliminati sempre dal dischetto contro i padroni di casa ai quarti di finale. Nel 2000 la beffa più atroce. Non ai rigori, stavolta, ma al Golden Gol. Una delle regole più spietate di sempre (che fortunatamente non esiste più). Ancora la Francia, ad Euro 2000: in finale gli azzurri conducono 1-0 e mancano pochi secondi al termine. Ma arriva prima il pari di Wiltord che manda la gara ai supplementari, poi la rete di Trezeguet che spezza i sogni azzurri. Non basta, perchè nel 2002 ai Mondiali in Corea del Sud arriva il clamoroso furto dei padroni di casa targato Byron Moreno (e qui sorvoliamo onde diventare volgari).

Ben Radford/Getty Images

L'ultima beffa, quella più amara, è del 2006: Marcello Lippi lo chiama per la spedizione azzurra al Mondiale di Germania, ma Paolo Maldini rifiuta (e ne ha ben donde, vedendo lo score): l'Italia, invece, si laureerà Campione del Mondo... ai rigori. Un vero scherzo del destino. Ma siamo sicuri che, nonostante tutto, uno dei difensori più forti di sempre possa comunque guardare con grande orgoglio di sé. In pochi, anzi, forse nessuno, potranno ripetere quanto fatto dal numero 3. 100 di questi giorni, Paolo!

AFP/Getty Images

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