Pallotta "mangia-ds": da Sabatini a Petrachi il problema della Roma è sempre lo stesso

Per la Roma, negli ultimi anni, è una (maledetta) costante. Ogni volta che si avvicina che una sessione di calciomercato il club giallorosso diventa un vulcano pronto ad eruttare. Non le solite discussioni che avvengono in tutti i club sulla faccia della terra, ma vere e proprie fazioni che si creano e si "scannano". Una battaglia che arriva nel momento peggiore possibile, proprio quello in cui, oltre ai soliti problemi, bisogna fare i conti con una grossa crisi economica. E chi ci rimette? Sempre e solo la Roma.
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— VoceGiallorossa.it (@VoceGiallorossa) June 14, 2020
Nelle ultime ore appare quasi certa la rescissione con Gianluca Petrachi, dopo lo scontro telefonico tra il direttore sportivo leccese e il presidente americano. E James Pallotta, sempre pronto a bollare qualunque notizia che riguarda la squadra giallorossa come fake news con alcuni Whatsapp ai giornalisti (come Pjanic, Alisson, Salah e tanti altri), ormai sembra voler ripercorrere la strada tracciata a Venezia e Palermo da Maurizio Zamparini, presidente famosissimo per la miriade di allenatori esonerati.
La differenza sta nel fatto che il businessman di Boston prova piacere nel collezionare direttori sportivi che prima definisce "perfetti", salvo poi rimangiarsi tutte le lodi a fine stagione, o comunque quando c'è qualcosa che non va, e sostituirli. Ora l'attrito con Petrachi, nato da un'intervista recente rilasciata dal presidente americano, con la stagione che si appresta a ricominciare, così come il mercato impostato dall'ex Torino.
Ma Pallotta è entrato nell'ordine di idee di cambiare, con la sua solita tempistica sconclusionata. Perchè a livello sportivo - non menzioniamo quello economico e finanziario - i fatti non gli hanno mai dato ragione. E i tifosi giallorossi si augurano al più presto di avere una società normale, come tutte le altre. Senza un consigliere-plenipotenziario (Franco Baldini) che lavora nell'ombra, da Londra (la rima non era voluta), alle spalle di chi è giornalmente a contatto con la squadra e l'allenatore.
A proposito di allenatori. A Paulo Fonseca, dalla famosa intervista di Pallotta, sono arrivate grandi lodi: proprio come a Rudi Garcia, Luciano Spalletti (e Walter Sabatini) ed Eusebio Di Francesco (e Monchi), prima del benservito e del rancore a fine rapporto. Perchè il "magnate" di Boston, ormai è prassi, giudica sempre a metà stagione
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