Pallotta "mangia-ds": da Sabatini a Petrachi il problema della Roma è sempre lo stesso

Giuseppe Bellini/Getty Images
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Per la Roma, negli ultimi anni, è una (maledetta) costante. Ogni volta che si avvicina che una sessione di calciomercato il club giallorosso diventa un vulcano pronto ad eruttare. Non le solite discussioni che avvengono in tutti i club sulla faccia della terra, ma vere e proprie fazioni che si creano e si "scannano". Una battaglia che arriva nel momento peggiore possibile, proprio quello in cui, oltre ai soliti problemi, bisogna fare i conti con una grossa crisi economica. E chi ci rimette? Sempre e solo la Roma.

Nelle ultime ore appare quasi certa la rescissione con Gianluca Petrachi, dopo lo scontro telefonico tra il direttore sportivo leccese e il presidente americano. E James Pallotta, sempre pronto a bollare qualunque notizia che riguarda la squadra giallorossa come fake news con alcuni Whatsapp ai giornalisti (come Pjanic, Alisson, Salah e tanti altri), ormai sembra voler ripercorrere la strada tracciata a Venezia e Palermo da Maurizio Zamparini, presidente famosissimo per la miriade di allenatori esonerati.

Emilio Andreoli/Getty Images

La differenza sta nel fatto che il businessman di Boston prova piacere nel collezionare direttori sportivi che prima definisce "perfetti", salvo poi rimangiarsi tutte le lodi a fine stagione, o comunque quando c'è qualcosa che non va, e sostituirli. Ora l'attrito con Petrachi, nato da un'intervista recente rilasciata dal presidente americano, con la stagione che si appresta a ricominciare, così come il mercato impostato dall'ex Torino.

Maurizio Lagana/Getty Images

Ma Pallotta è entrato nell'ordine di idee di cambiare, con la sua solita tempistica sconclusionata. Perchè a livello sportivo - non menzioniamo quello economico e finanziario - i fatti non gli hanno mai dato ragione. E i tifosi giallorossi si augurano al più presto di avere una società normale, come tutte le altre. Senza un consigliere-plenipotenziario (Franco Baldini) che lavora nell'ombra, da Londra (la rima non era voluta), alle spalle di chi è giornalmente a contatto con la squadra e l'allenatore.

Michael Regan/Getty Images

A proposito di allenatori. A Paulo Fonseca, dalla famosa intervista di Pallotta, sono arrivate grandi lodi: proprio come a Rudi Garcia, Luciano Spalletti (e Walter Sabatini) ed Eusebio Di Francesco (e Monchi), prima del benservito e del rancore a fine rapporto. Perchè il "magnate" di Boston, ormai è prassi, giudica sempre a metà stagione


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