Osimhen: "Per vivere vendevo l'acqua, ora sogno un top club". E il Napoli aspetta una sua risposta...

FRANCOIS LO PRESTI/Getty Images
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E' Victor Osimhen il nome che sta solleticando più di tutti l'ambiente Napoli. Dopo il suo arrivo in Italia e l'incontro con mister Gennaro Gattuso, prosegue serrata la trattativa tra i campani e il Lille proprietario del suo cartellino. Il club francese continua ancora a chiedere 70 milioni di euro: il club di De Laurentiis, al momento, sta attendendo la risposta del calciatore all'offerta di contratto da 2,5 milioni di euro (più bonus) a stagione, come confermato ieri anche da Cristiano Giuntoli.

Catherine Steenkeste/Getty Images

E Victor Osimhen, in un'intervista al podcast The Out of Home, ha spiegato le sue ambizioni per il futuro: "Voglio giocare in uno dei maggiori club del mondo, vincere la Champions League, vincere qualcosa con la Nigeria - le sue parole riprese da calcionapoli24 -. Voglio vincere, spero non sia un sogno troppo grande. Un attaccante che idolizzo? Ce ne sono alcuni che mi piacciono molto: penso che posso rubare qualche movimento a Didier Drogba, anche se non gli assomiglio molto come tipologia di giocatore. Alcune curiosità su di me? Dormo un sacco, fino alle prime ore del pomeriggio quando c’è un giorno di riposo. E mi piace tantissimo il cibo. Mi piace la lasagna e la pasta, qualche volta sono stato a Bruxelles per trovare piatti che ricordano la mia terra. I miei hobby oltre il calcio? Mi piace la moda e la musica, nonché occuparmi di alcuni business con i miei fratelli e sorelle. Mi piace molto la musica, ma se non fossi diventato un calciatore avrei avuto certamente alcune cose di cui mi sarei occupato".

Catherine Steenkeste/Getty Images

Ora ha sfondato nel calcio che conta, ma gli inizi sono stati tutt'altro che facili: "Ho perso mamma quando ero molto piccolo ed un mese dopo la sua perdita mio padre perse il lavoro. A quel punto abbiamo iniziato a vendere acqua nella nostra strada, ma avevo dei sogni da voler realizzare - ha spiegato Osimhen -. La storia è molto lunga, avevamo problemi nel mangiare ma nella mia mente c’era la fiducia necessaria nel credere che qualcosa sarebbe cambiato. Per me aver avuto un sogno in mente è stato qualcosa che mi ha portato ad andare avanti e a non mollare. Ricordo che quando riuscimmo a trovare un appartamento, papà mi lasciava giocare nella squadra della zona. Mia sorella mi ha accudito e non mi ha fatto mancare niente, provava a rendermi felice nonostante la situazione. Così come papà, sebbene perse il lavoro e senza stipendio cercava di riuscire a mandarci avanti. Quando mamma è morta è stato difficile, ma qualsiasi somma riuscissimo a recuperare la usavamo per comprare del cibo".


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