Oggi la decisione sui diritti TV della Serie A: le tre opzioni sul tavolo della Lega

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Serie A / Paolo Bruno/GettyImages
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Alle 11:30 i presidenti e i dirigenti dei 20 club di Serie A si riuniranno per parlare dell'assegnazione dei diritti televisivi delle partite per il quinquennio 2024-2029. A fare il punto della situazione è l'edizione odierna del Corriere della Sera, secondo il quale gli acquirenti più accreditati restano Dazn e Sky.

Quest'ultimo ha infatti messo sul tavolo 180 milioni di euro per la prima stagione che salgono di 10 milioni ogni anno fino al raggiungimento di 220 milioni per il 2028-29. Si tratta quindi di una media di 200 milioni all'anno per avere 3 partite a giornata per gli utenti privati e l'esclusiva sull’intero campionato negli esercizi commerciali.

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Dazn ha invece proposto una media di 700 milioni di euro a stagione per i soli utenti privati, ai quali verrà però aggiunta una percentuale sugli abbonamenti. In altre parole, la piattaforma streaming si impegna a dividere con la Lega Calcio il 50% degli introiti che oltrepassano una soglia (tuttora oggetto di trattativa) senza alcun limite massimo. Dazn prevede di aumentare il numero di abbonamenti del 12% a stagione, fino al raggiungimento dei 3 milioni di abbonati: un traguardo reso possibile dalle punizioni più severe contro la pirateria. In questo modo i club di Serie A potrebbero arrivare a guadagnare un altro miliardo di euro aggiuntivo nel quinquennio 2024-29.

La maggioranza dei presidenti spinge per l'assegnazione a Dazn e Sky, ma per arrivare a una fumata bianca occorrono 14 voti favorevoli. Di diverso avviso sono invece Roma, Fiorentina, Milan, Juventus, Napoli, Bologna e Salernitana che spingono per una seconda opzione, quella che porta a un canale privato della Serie A. Se oggi non si dovesse giungere a una conclusione, il notaio Giuseppe Calafiori aprirà le buste contenenti le sei proposte di fondi (tra i quali Carlyle, Advent, Oaktree e il fondo sovrano saudita Pif) e banche per la realizzazione del progetto.

Possibile ma ad oggi improbabile una terza ipotesi, quella di un nuovo bando che permetta alla Federcalcio di valutare nello stesso momento offerte delle tv e dei fondi.