Obiettivo tricolore: come stanno Napoli, Milan, Inter e Juventus?
Dopo una breve ma intensa pausa per le nazionali tra Nations League e qualificazioni per il Mondiale in Qatar 2022 riparte la Serie A, con un calendario che vedrà le squadre impegnate in sette partite in 22 giorni.
Come sta il Napoli
Si parte dalla squadra che più ha figurato in queste prime sette giornate di campionato: il Napoli. La squadra partenopea, che per l'occasione parla con un accento toscano abbastanza marcato, ha messo in tasca tutti i 21 punti disponibili in quest'inizio stagione.
Mister Spalletti per continuare a correre e non farsi raggiungere dalle inseguitrici è pronto a calare l'asso nella manica, o meglio, il Dries Mertens dalla panchina. Avete capito bene sembra proprio Ciro Mertens il nome nuovo, non poi così nuovo visto che si porta dietro 8 anni di Napoli e 135 gol all'attivo con cui Spalletti è pronto a dare una spallata (è stato più forte di me) importante non solo alle difese avversarie ma anche alla classifica.
Il tecnico di Certaldo è rimasto impressionato dalle qualità tecniche e da leader che il belga si porta dietro. Sarebbe pronto ad utilizzarlo come seconda punta, dietro all'imprendibile Victor Osimhen, ma anche come prima punta quando il nigeriano sarà occupato nella Coppa D'Africa. Per sparigliare gli schemi difensivi avversari però il mister avrà bisogno di una mediana più incontrista in grado di reggere le sortite offensive dei due piccoletti (Mertens e Insigne) e il velocista Victor. E la soluzione scelta, neanche a farlo apposta, è il recupero di un certo Diego (nome che a Napoli e nel mondo genera sempre un certo effetto) Demme che sarà fondamentale per mettere muscoli nella cintura centrale del campo.
Un altro pilastro napoletano è la difesa - soltanto tre i gol subiti da inizio stagione - che però sembra dare noia ai pensieri toscani di Luciano; sì perché la fascia destra è orfana di Malcuit che è rimasto bloccato da una distrazione al soleo e non ci sarà né domenica alle 18.00 in casa contro il Torino e neanche per il resto delle sette partite che si giocheranno prima della prossima sosta. Perciò in difesa rimangono la certezza Di Lorenzo e il classe 2000 Zanoli che ha esordito solamente nel finale della partita giocata al Friuli contro l'Udinese. A sinistra invece ci sarebbe Ghoulam che viene considerato un'incognita viste che le uniche presenze che fa segnare, da quattro anni a questa parte, sono più in infermeria che sul terreno di gioco. Vedremo come Spalletti riorganizzerà la sua fase difensiva.
Come sta il Milan
Ora è il turno della seconda della classe, il Milan. La squadra allenata da Stefano Pioli ha premuto il tasto pausa con la vittoria, con annessa altalena di emozioni, a Bergamo contro la sempre affascinante (ma guai a chiamarla Cenerentola che poi Gasperini si arrabbia) Atalanta.
A casa Milan si è rivisto Olivier Giroud che complice la lombalgia si è fatto segnare assente sul registro per le precedenti due partite dei rossoneri. Insieme al francese l'affollamento in attacco per Pioli è tale che non lo preoccupano minimamente i problemi di abbondanza anzi si rifà ad un vecchio proverbio latino che recita "Melius est abundare quam deficere".
Un altro reparto in cui il Diavolo sembra non avere problemi sono le fasce con Alexis Saelemaekers a destra e Theo Hernandez a sinistra. Il primo, belga, ha un conto aperto con la traversa presa nella finalina contro l'Italia giocata a Torino; perciò il ragazzo è in forma e non è detto che non regalerà qualche bonus a chi ha puntato su di lui al fantacalcio. Il secondo, francese, ha appena vinto una Nations League da protagonista - suo il gol vittoria contro il Belgio in semifinale - e sa come arare la fascia sinistra della scala del calcio.
Le armi di Pioli non finiscono qui perché con un centrocampo tutto fisico tra Kessié e la sorpresa Tonali, un reparto difensivo solido e collaudato e le cinque sostituzioni, il Milan si candida a recitare un ruolo da protagonista in questo campionato.
Come sta l'Inter
La terza piazza della Seria A è occupata dai detentori del titolo, l'Inter. I ragazzi sapientemente allenati da Simone Inzaghi, in questo preciso momento, sono ancora indaffarati con il disfacimento delle valigie cariche di impegni con le rispettive nazionali. E pensare che sabato alle ore 18 Simone tornerà nel luogo che ha chiamato "casa" per venti lunghissimi anni, con un solo problema: il vestito non proprio stirato al massimo. Sì perché la valigia tende a sgualcire i vestiti ma questa volta la lavanderia sudamericana riporta degli smoking non proprio impeccabili. Di oggi la notizia di un infortunio per Correa dove tempistiche e entità sono ancora da capire.
Eppure il tecnico nerazzurro deve far partire questo lavaggio di partite al massimo perché molto diranno delle reali possibilità non solo in campionato, ma soprattutto in Europa palcoscenico dove non si centrano gli ottavi di finale dal 2011. La lavanderia di Appiano terminerà il ciclo il 7 novembre con il derby della Madonnina: nel mezzo Inzaghi e i suoi affronteranno la Juventus e la doppia sfida con lo Sheriff. Per pensare al futuro si deve guardare al presente e oggi in casa Inter le fasce sono quelle più logorate con Dumfires e Perisic. Pronti a subentrare Darmian e Di Marco, i più riposati: il primo rimasto a casa non convocato dall'Italia, mentre il secondo non ha esordito con gli azzurri. Attenzione quindi al mancino e al soldato Matteo perché potrebbero regalare qualche gioia ad un'Inter centrifugata.
Come sta la Juventus
Massimiliano Allegri tornato alla base dopo un doppio anno sabbatico non ha avuto un inizio di campionato proprio semplice con 11 punti conquistati in sette giornate di campionato. Allegri però ha sempre predicato calma e sangue freddo. Effettivamente, nelle ultime quattro uscite la sua Signora ha sempre rincasato con tre punti in tasca anche a discapito dei detentori della Champions League.
Anche per Allegri i problemi sono sinonimo di calendario ravvicinato con un due avversari abbastanza imponenti davanti come Roma e la trasferta milanese a tinte nerazzurre. Da aggiungere a tutto questo i problemi a centrocampo con Rabiot positivo al Covid-19 e un Arthur non propriamente il ritratto del titolare pronto fisicamente. Oltre al sudamericano Bentancur il cui rientro è previsto last minute. I punti fermi per Max sono Locatelli, che ha avuto un impatto da grande in una grande e Bernardeschi arruolato per la fascia sinistra, mentre Harry Potter McKennie si è fermato in nazionale ed è in dubbio per il prossimo match.
Passando all'attacco l'unica vera certezza si chiama Federico Chiesa che sembra si stia specializzando nel ruolo di centravanti, in attesa del rientro di Morata. Per Federico resta possibile anche l'opzione originale della fascia, specie se gli equilibri del centrocampo bianconero permetteranno di usare due ali veramente offensive. Tappati i buchi centralmente e ritrovato lo spirito della Juve ordinata, ci sarà spazio per innesti e valorizzazione di volti nuovi: non solo Kulusevski (che proprio nuovo non è), occhio anche a Kaio Jorge.