Lukaku: "Sono scoppiato a piangere quando ho saputo del malore di Eriksen. In nazionale voglio sempre vincere"

Romelu Lukaku
Romelu Lukaku / Anatoly Maltsev - Pool/Getty Images
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In vista della semifinale di Nations League tra il Belgio e la Francia di giovedì, Romelu Lukaku ha rilasciato un'intervista al sito ufficiale dell'UEFA affrontando vari argomenti. Di seguito le sue parole.

Romelu Lukaku
Romelu Lukaku / Isosport/MB Media/Getty Images

ERIKSEN - "Quando giocavo all'Inter ho passato più tempo con Christian che con mia madre, mio figlio o mio fratello perché in Italia con gli allenamenti passi praticamente tutto il giorno insieme al club. La sua stanza era accanto alla mia. Ho sentito la notizia del suo malore durante una riunione e ho iniziato a piangere. Non facevo altro che pensare a lui. Sulla strada verso lo stadio di San Pietroburgo avevo bisogno di qualcosa per tirarmi su, così ho deciso di giocare per lui durante il torneo. Volevo mostrargli in qualche modo la mia vicinanza. Gli ho anche mandato un messaggio e sono stato felice che mi abbia risposto".

100 PRESENZE - "Quando sei giovane il traguardo delle 100 presenze è qualcosa di inimmaginabile. Sono stato fortunato ad aver esordito giovanissimo in nazionale. Adesso ho 28 anni e ne sono passati quasi 12 da allora con molti alti e bassi, ma come squadra abbiamo sempre continuato a crescere. Alla fine, l'obiettivo finale rimane quello di vincere: questa è la mia motivazione principale. Ogni volta che gioco in nazionale, voglio sempre vincere sia che si tratti di semplici partite che di un torneo".

TOP SCORER - "Non ho iniziato subito a segnare in nazionale. Mi ci è voluto un po' di tempo. Ma una volta che mi sono ambientato, sapevo che sarei riuscito a segnare e che i miei compagni mi avrebbero messo in condizione di farlo. Poi anche tutti gli altri hanno iniziato a fare gol, non solo io: Eden Hazard, Kevin de Bruyne, Dries Mertens. Questo aspetto mi ha fatto capire che in attacco abbiamo grandissima qualità".

STILE DI GIOCO - "Considerato il mio fisico abbastanza imponente, tutti pensano a sfruttare la mia fisicità nei lanci lunghi sperando poi che mi giri e faccia gol. A me invece non piace giocare così. Sono invece più pericoloso quando punto direttamente la porta perché in quelle situazioni di gioco raramente faccio scelte sbagliate".


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