Napoli camaleontico: meglio il 4-2-3-1 o il 4-3-3? Analizziamo pregi e difetti dei due moduli tattici

4-2-3-1 e 4-3-3, sono questi i due principali moduli di gioco utilizzati da Rino Gattuso in questa prima parte di stagione con il Napoli. Per motivi strettamente tattici ma anche e soprattutto legati al numero di giocatori a sua disposizione, il tecnico azzurro ha alternato questi due moduli di gioco dimostrando di essere un allenatore con uno spiccato spirito di adattamento e di ampie visioni tattiche. Ma quale di questi due moduli sulla carta è il migliore per gli azzurri? Analizziamo pregi e difetti di ognuno.

Nelle 12 partite giocate fin qui in questa stagione tra campionato e coppe il Napoli è sceso in campo 10 volte con il 4-2-3-1 sacrificando un centrocampista a favore di un modulo dalla maggiore trazione offensiva. Gli azzurri sono praticamente sempre andati a segno con una media di 1.9 reti a partita ma sono anche incappati in 3 sconfitte e hanno mantenuto la porta inviolata solo 4 volte (dato allarmante enfatizzato dal fatto che manca un centrocampista in più che faccia da schermo e che dia una mano in fase di non possesso). Con il 4-3-3 la situazione è invece ben diversa.

Nelle 2 gare in cui Gattuso ha optato per il 4-3-3 il Napoli ha centrato due vittorie contro il Parma e la Roma realizzando 6 gol e non incassandone nemmeno uno. Numeri alla mano il 4-3-3 è il modulo che meglio si sposa con le caratteristiche dei giocatori azzurri garantendo grande sicurezza difensiva ma al tempo stesso anche una importante potenza di fuoco con ben tre giocatori ad occuparsi della fase offensiva. Un modulo più equilibrato, più strutturato e leggermente meno offensivo rispetto al 4-2-3-1 ma che i giocatori hanno nelle proprie corde.

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