Mourinho spiega come la Roma ha aiutato Dybala dopo l'ultimo anno alla Juve
Una gara da montagne russe quella che va in scena all'Olimpico. Servono i supplementari alla Roma per eliminare il Feyenoord e approdare alle semifinali di Europa League. I giallorossi chiudono i 90 minuti sul 2-1 ma, in virtù dell'1-0 di Rotterdam, sono costretti ad affrontare gli extra time, dove chiudono la pratica grazie a El Shaarawy e Pellegrini. Al termine della sfida, José Mourinho ha parlato così ai microfoni di Sky Sport.
La Roma è una squadra che ha valori, questa serata l’ha confermato?
“Io penso di si, la squadra ha giocato benissimo una partita difficile da gestire. La situazione Dybala gioca o non gioca non ha aiutato a preparare la partita, l’infortunio di Wijnaldum non aiuta a gestire una partita così perché mi mangia un’opportunità di cambio quando io sapevo che per mettere Paulo dentro dovevo avere sempre un cambio di riserva. I ragazzi con concentrazione, coraggio e intelligenza di attaccare e gestire, hanno fatto una grande partita contro una squadra ottima. Siamo stati superiori”.
La partita di oggi dimostra l’importanza di avere uno come lei in panchina…
“Si capisce perché ho tanti capelli bianchi, magari 150 partite di competizioni europee, ho visto di tutto. ieri ho detto ai giocatori che oggi non sarebbe stato come Salisburgo o Bodo, per me era importante avere testa e mentalità. Abbiamo gestito la partita, difficile da gestire, perché il cambio di Wijnaldum mi ha dato problemi. Con Dybala ho dovuto fare in simultanea gli altri due perché la terza finestra era per Paulo in caso di infortunio. Nell’extra time avevo una nuova finestra, ed è andato tutto bene. Sono loro che giocano, si sacrificano e corrono, sono molto contento per i ragazzi”.
Abbiamo tante domande, siamo tanti in studio…
“Non c’è Cassano?” (ride ndr)
Quanto sei orgoglioso del tuo lavoro?
“Ho l’esperienza sufficiente per capire il lavoro che sto facendo, ma sono equilibrato. Tempo fa ho detto che sono in una fase della mia carriera dove io sono l’ultimo, i più importanti sono i tifosi e i calciatori. Io cerco di dare gioia ai tifosi e dare le condizioni ai ragazzi di crescere e migliorare. Aldilà di vincere o no, quello che abbiamo fatto sono sicuro che porta i tifosi di tornare a casa felici per la squadra che siamo. Abbiamo i nostri limiti ma ci andiamo sempre, Smalling si infortuna, Gini si infortuna, la gente entra, risponde, si sacrifica. Sono veramente una famiglia e io vado con loro. Adesso dobbiamo riposare e pensare con tranquillità alla partita di Bergamo e ora dimenticare l’Europa League”.
Dybala aveva perso fiducia, lo pensi anche tu e se si, come gliel’hai fatta ritrovare?
“Nell’ultimo anno di Juventus la mia sensazione è che cercava più che la fiducia la gioia persa. L’ha trovata qua: ha trovato un bel gruppo, un allenatore che lo capisce, un pubblico che lo ama, uno spazio in campo dove con lui crea altri giocatori di grande carattere. Ha trovato la leadership per la sua qualità e la sua personalità di bravo ragazzo, è un po’ questo. Sicuramente penserà che ha qualità per giocare in squadre più forti al mondo, e pensa bene, ma magari qui ha trovato uno spazio di grande gioia e di grande amore e questo si vede in campo. Lui ha rischiato e io l’ho messo tranquillamente libero di entrare e di uscire due minuti dopo: l’ho messo in questa condizione e alla fine ha fatto 55 minuti e mi sembra che ha giocato bene”.