Mourinho si racconta tra voglia di ripartire, l'esperienza alla Roma e futuro

José Mourinho
José Mourinho / Kym Illman/GettyImages
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Dopo le dichiarazioni al veleno nel weekend a Portimao, in occasione del Gran Premio di MotoGP, José Mourinho torna a parlare e lo fa con Fabrizio Romano. Lo Special One parla della sua voglia di ripartire con una nuova avventura, dell'esperienza nella Capitale e il rapporto con i tifosi, oltre a analizzare qualche ipotesi per il suo futuro.

"Sono pronto, voglio ricominciare. A volte quando la tua avventura in un club finisce hai bisogno di riposare e pensare, ma in questo caso già il giorno dopo che sono andato via dalla Roma ero pronto a ripartire. Mi sento bene e amo il lavoro ma non voglio fare la scelta sbagliata. Non posso accettare un incarico solo per la passione o perché mi sento pronto. Siamo a marzo e di solito è difficile ci siano movimento in questo mese, quindi l'obiettivo deve essere quello di riniziare in estate".

"Quando le persone parlano di me si concentrano soprattutto sul mio passato, sembra come se non siano accadute due finali in due anni con la Roma. Ci sono tanti bravi allenatori in Europa e di solito i migliori allenano le squadre che hanno più possibilità di raggiungere una finale. Negli ultimi anni sono arrivato tre volte in finale: una con il Manchester United e due con la Roma. Se ci concentriamo sul recente passato sono quindi l'unico ad aver raggiunto due finali europee. Sono orgoglioso perché ho raggiunto questi traguardi con una squadra che non ha una storia vincente in Europa. Quest'anno non giocherà nessuna finale, spero di farlo l'anno prossimo così potrò dire di essere l'unico ad aver raggiunto tre finali negli ultimi quattro anni".

"La cosa migliore nel calcio sono i suoi tifosi: non guadagnano, spendono soldi e fanno sacrifici. Indipendentemente dai risultati, nel mio caso i tifosi hanno notato che ho sempre dato il massimo per il club e per loro. Ho dato tutto, per la mia personalità sono sempre stato più di un semplice allenatore, in alcuni club devi essere l'allenatore, il direttore sportivo, il direttore della comunicazione e l'immagine che difende il club e i tifosi. Lo scenario ideale è quando un club ha una struttura che permette all'allenatore di essere semplicemente l'allenatore. All'Inter e al Real Madrid sono stato l'allenatore, anche nella prima esperienza al Chelsea e al Porto; in altri club invece non sono stato solamente l'allenatore e questo è veramente difficile per un allenatore".

"Dal Portogallo ho ricevuto due chiamate: una volta ai tempi del Real Madrid e Florentino Perez non ha accettato il doppio ruolo (CT e allenatore, ndr); la seconda volta durante l'esperienza alla Roma. Non mi sono pentito di aver respinto questa proposta anche se sono stato esonerato pochi mesi dopo. Allenerei una Nazionale solamente in vista di una competizione come Mondiale o Europeo, ma aspettare due anni prima di disputare quella compezione... Non saprei, non sono sicuro che mi divertirei. Cristiano Ronaldo ha aperto le porte del calcio all'Arabia Saudita e quando mi è arrivata la proposta, economicamente molto importante, ho rifiutato perché per me in quel momento era più importante la Roma e il calcio europeo. In futuro però mai dire mai".

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