Mourinho si lamenta dell'arbitraggio e non si sbilancia sul suo futuro

José Mourinho
José Mourinho / ODD ANDERSEN/GettyImages
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José Mourinho perde la prima finale della sua leggendaria carriera. La Roma ne viene fuori però a testa alta, altissima, contro il Siviglia e deve arrendersi solo ai rigori al termine di una gara decisamente influenzata dall'arbitraggio di Taylor. Al termine dell'incontro, lo Special One ha così parlato ai microfoni di Sky Sport:

Sulla sconfitta:
"A inizio partita ho detto ai miei giocatori: 'o usciamo di qua con la Coppa o morti'. Siamo morti di stanchezza fisica e mentale e pensiamo che sia ingiusto per i tanti episodi. Arriviamo stanchi morti ed orgogliosi. Si può perdere una partita di calcio ma mai la dignità. Ho vinto cinque finali europee ed ho perso questa ma torno a casa più orgoglioso di sempre".

Sulle lacrime di Dybala e l'attaccamento alla maglia dei suoi giocatori:
"Sono tutti attaccanti alla maglia. Lavorano tanto e danno sempre tutto. Ognuno reagisce in modo diverso, uno piange e l'altro no, ma siamo tutti tristissimi. Torniamo a casa morti e con una sconfitta ingiusta. È stata una finale vibrante, maschia...l'arbitro sembrava spagnolo. Lamela doveva prendere il doppio giallo ed era uno dei rigoristi".

Sul suo futuro:
"Vado in vacanza lunedì. Se fino a lunedì abbiamo tempo di parlare, si farà, altrimenti si vedrà dopo. Io devo lottare per questi ragazzi e non posso dire oggettivamente che rimango. Ho detto alla proprietà che l'avvertirei se avessi qualche contatto con un altro club, voglio sempre essere trasparente. A dicembre ho detto che ero stato contattato dalla nazionale portoghese ma poi non mi ha chiamato nessuno. Ho un anno di contratto e la situazione è questa".