Mourinho ridimensiona il peso della storia e fa una promessa per il futuro

Mourinho
Mourinho / Danilo Di Giovanni/GettyImages
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La Roma si avvicina a grandi passi all'appuntamento più importante della stagione, l'occasione di vincere un nuovo trofeo e di qualificarsi alla prossima edizione della Champions League. José Mourinho, tecnico giallorosso, ha parlato al sito ufficiale della UEFA soffermandosi proprio sulla finale di Europa League contro il Siviglia, in programma domani a Budapest. Queste le parole del portoghese:

Sull'anniversario del primo successo europeo: "Non penso troppo a quello che è successo prima. Quello che è successo, è successo. La storia non si può cancellare. Anche i momenti difficili e le relative emozioni non si dimenticano, ma ci si abitua a conviverci. E io guardo sempre avanti. Essendo nel calcio da tanti anni, forse è questo il mio segreto e la mia filosofia; ecco perché questa finale per me è una nuova finale. Non penso al Porto del 2003, non penso alla Roma della scorsa stagione. Penso solo a questa finale. Sono fatto così".

José Mourinho
José Mourinho / Ivan Romano/GettyImages

Ancora sul peso del passato e sulle prospettive future: "Sono nel calcio da molti anni. Forse la gente pensa che io sia più vecchio di quello che sono. Forse guardano i miei capelli bianchi e pensano che io sia davvero vecchio, ma non abbastanza da pensare di chiudere il cerchio. No, no, no. Mi avrete ancora per molti anni".

Le statistiche nelle finali europee: "La storia non fa vincere le partite. Guardi le finali del Real Madrid e pensi che il Real Madrid vinca tutte le finali. Guardi il Siviglia e dici che il Siviglia vince tutte le finali. Ma in realtà la storia non vince le partite. La superstizione è qualcosa che non mi piace, quindi non considero la superstizione nemmeno come un fattore. Questa è una nuova finale. È una nuova storia. Loro hanno esperienza perché ne hanno vissute tante, ma anche noi ne abbiamo dato che l'anno scorso ne abbiamo giocata una. Quindi nessun problema, voglio solo giocare la partita".

Su Mendilibar: "Sono molto felice per lui. Conosco Mendilibar da molti, molti, molti anni. Sono andato in Spagna nel 2010, abbiamo giocato nello stesso campionato. Conosco il suo lavoro, conosco le sue qualità, so quanto è bravo, so quanto è preparato e non ha mai avuto la possibilità di andare in un club che lotta per trofei importanti. Quando ha ottenuto l'incarico al Siviglia, ha fatto un lavoro straordinario. Ha trasformato totalmente la squadra; una squadra che era in difficoltà in campionato, una squadra che era uscita dalla Champions League, e ha costruito una squadra con le sue conoscenze, con la sua esperienza. Sarò più che felice di abbracciarlo prima e dopo la finale".

La voglia di vincere: "Se so che potrei diventare il primo allenatore a vincere questa competizione con tre squadre diverse? Non mi interessa. Lavoriamo per i tifosi. In questo momento della mia carriera, penso alla felicità che possiamo regalare a tutte queste persone. Arrivare a questa finale è un qualcosa che nessuno si sarebbe aspettato all'inizio della stagione, vista l'incredibile qualità delle squadre in Europa League. Barcellona e Arsenal hanno partecipato a questa competizione e sono state eliminate molto, molto presto. Per la Roma essere in questa finale significa molto. Cerchiamo quindi adesso di dare ai tifosi la gioia finale".