Mourinho: "Non voglio scendere in Conference. Campo sintetico? Non è calcio"
Dopo la sconfitta interna contro il Napoli la Roma si prepara a scendere in campo in Europa League, contro l'HJK Helsinki, nell'ottica di trovare tre punti necessari per puntare poi al superamento della fase a gironi (dopo un solo punto ottenuto nella doppia sfida col Betis). José Mourinho, tecnico giallorosso, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della trasferta europea. Queste le sue parole:
Sulla trasferta finlandese: “E’ la seconda volta che vengo in Finlandia, non sono concentrato sul paese ma sulla partita. Abbiamo bisogno di vincere e non pensare agli altri risultati o a quello che succede in Bulgaria. Sappiamo che non sarà facile, all’andata avevo detto che fino a quando la gara era stata 11 contro 11 non era stata facile ma difficile. Nel secondo tempo abbiamo fatto meglio. Ho visto le altre gare che hanno fatto con Betis e Ludogorets e non è stata facile per gli altri. Il Ludogorets è stato fortunato, non sarà una passeggiata non siamo qui in vacanza. Vogliamo andare avanti in questa competizione e non scendere in Conference dove siamo i detentori del titolo” riporta ForzaRoma.info.
Sul terreno da gioco: “Non voglio lamentarmi anche perché non darebbe nessun vantaggio. E’ una gara che dobbiamo vincere, non dobbiamo concentrarci sul terreno di gioco. Se vuoi la mia opinione secondo me giocare in un terreno artificiale non è calcio. Cambia il gesto tecnico e chi è abituato a giocare in questa superficie è accontentato”.
Sulle caratteristiche degli avversari: “Non voglio dire temere ma voglio dire che sono preparato. Dopo la gara di casa ho fatto i complimenti al mister perché ho visto una squadra organizzata. Negli ultimi anni nel nord Europa si sono evoluti nel calcio. 20 anni fa potevi trovare qualche giocare bravo però non le squadre. Oggi vedi squadre danese o svedesi organizzate con allenatori preparati. Sono una squadra con una buona identità. 11 contro 11 era una partita difficile per noi. Domani sarà 11 contro 11 e dobbiamo giocare con un alto livello perché l’avversario è difficile”.
Sull'attacco: “Quando si parla in maniera positiva sono felice di esaltare i giocatori. Quando l’approccio è negativo non mi piace. Qualche volta esce davanti alla stampa ma per principio non mi piace. Siamo noi come squadra che deve segnare di più non voglio andare sull’individuale”.
Sul ranking: “Non mi interessa del ranking. Mi interessa quello che succede in campo. Abbiamo giocato contro loro e non è sentito la differenza. Il ranking è come le statistiche della partita. Una squadra che fa 5 azioni pericolose ma non prende la porta per la statistica non ha giocato bene. Per me gli unici numeri che contano nel calcio sono i gol che una squadra segna o che quelli non segna. O i punti che una squadra accumula o perde. Le altre statistiche le puoi interpretare come vuoi. Il ranking non è fatto con un buon criterio. Per quanto riguarda il campo penso che chi è abituato ad allenarsi ogni giorni su quel terreno è avvantaggiato. E’ anche una responsabilità della Uefa non solo del club. La verità è che l’anno scorso abbiamo giocato due volte col sintetico e abbiamo perso. Una sconfitta è stata storica ma nella gara della verità abbiamo ammazzato il Bodo all’Olimpico. Per domani non avremo altre possibilità. E’ l’ultima volta che giocheremo con loro, se domani perdiamo siamo fuori. Per questo non sono venuto in questa conferenza con l’intenzione di parlare del campo. Non c’è da piangere dobbiamo vincere”.
Difficoltà nel saltare l'uomo: "Non sono d’accordo con te. Una squadra che ha problema di manovra è una squadra che non crea occasioni da gol. Contro l’Atalanta ne abbiamo create 15 e la manovra è positiva. Sugli esterni posso dire che per colpa degli infortuni non li abbiamo mai avuti tutti in forma per due partite di fila. Zalewski ha avuto problemi, Celik è fuori da un mese, Spinazzola deve ancora recuperare e fa un po’ di fatica. Come dicevo prima nel calcio gli unici numeri veri sono i gol fatti e i punti conquistati. Per quello che facciamo abbiamo conquistato poco e segnato poco”.
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