Mourinho: "Abraham può tornare in Premier quando vuole ma ora pensa alla Roma"

Sebastian Frej/MB Media/GettyImages
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Può essere definito l'uomo del momento. José Mourinho ha riportato la Roma ad una finale in una competizione europea. Il portoghese però si sta giocando l'accesso alle competizioni europee anche per la prossima stagione e la sconfitta di ieri sera contro la Fiorentina non aiuta. Il tecnico giallorosso ha parlato delle sue esperienze passate e di un suo attuale calciatore ai microfoni di Footballdailyuk. Queste le sue parole.

"Sono in un momento di maturità della mia carriera e della mia vita, in cui non ho sensazioni negative, devo solo cercare di accettare le cose così come sono, le prendo in modo simpatico. Ogni volta che parlo con i giornalisti inglesi esce sempre fuori la battuta sul fatto che mi sono qualificato in finale e poi sono stato esonerato, perché è qualcosa che non succede a molti allenatori."

"Questa volta non posso dire che sono un privilegiato perché è successo solo a me. Spero di non essere licenziato questa volta (ride, ndr).  Non ho rimpianti, non ho cattivi sentimenti, ci sono tante belle persone nel Tottenham e auguro loro il meglio, anche al presidente Levy. Ma con la mia carriera e con la mia storia, è stato strano quello che è successo. Ma alla fine questo mi ha aperto le porte per arrivare alla Roma e ne sono molto felice di essere qui".

Il tecnico della Roma si è poi soffermato di Tammy Abraham.

"Non è facile per un giovane andare via dal proprio paese, dalla propria città e della Premier League. Lo ha fatto perché si fida di me. Se vuole tornare in Inghilterra, non credo che lo voglia ora, ma se vuole tornare in Inghilterra, deve solo schioccare le dita. Sono molto felice per lui e sta facendo bene con la sua Nazionale".

"È venuto a Roma e non dico che ha dimostrato a tutti che avessero sbagliato, perché tutti sapevano fosse un bravo giocatore. Inoltre, io penso che ragazzi inglesi come Smalling e Tomori hanno capito che c’è vita anche fuori la Premier League e che è una bugia che in Italia non possano migliorare come giocatori”.


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