Morata commenta le critiche contro Vlahovic e parla di un possibile ritorno alla Juve
Alvaro Morata non dimentica il suo passato alla Juventus. L'attaccante spagnolo ha vestito la maglia bianconera in due occasioni, ma la scorsa estate la società ha scelto di non riscattarne il cartellino portandolo a tornare all'Atletico Madrid. Oggi Morata fa le fortune della squadra di Simeone, terza forza della Liga, ma ai microfoni di Tuttosport ha speso parole al miele per la Vecchia Signora e i suoi giocatori.
In semifinale di Europa League fai il tifo per Juve o Siviglia?
"Tifo per la Juve, normale. Tiferei Siviglia in tutti gli altri casi, ma non contro la mia ex squadra. Se i bianconeri purtroppo non dovessero centrare la finale di Europa League, allora starei dalla parte dei miei connazionali nel confronto di fine mese a Budapest che varrà il trofeo contro la vincente dell’altra semifinale tra Bayer Leverkusen e Roma".
Sull'infortunio di Pogba:
"Fra le tante motivazioni i bianconeri ne avranno una in più, fortissima: centrare la qualificazione alla finale per dedicare il successo allo sfortunato Pogba. Paul è un giocatore formidabile, lo conosco bene, siamo amici: l’ho subito chiamato dopo la lesione muscolare contro la Cremonese. Passata la frustrazione immediata per l’infortunio, è già concentrato sul recupero. Rientrerà appena possibile e tornerà ai suoi massimi livelli che sono quelli consoni a uno dei centrocampisti più forti del mondo. Io ho giocato insieme a lui e ho potuto ammirare in campo non solo le sue straordinarie doti tecniche e atletiche durante le partite, ma anche il suo modo di allenarsi, la sua irriducibilità, la sua voglia di non mollare mai. È un leader in tutti i sensi: in gara come nelle sedute d’allenamento, dove è un esempio per tutti".
Sulle possibilità dei bianconeri di vincere l'Europa League:
"Ma la Juve ha nel proprio DNA uno spirito guerriero e vincente. Parlo con cognizione di causa perché l’ho potuto sperimentare di persona. La rete di Gatti ne è una delle tante dimostrazioni. E inoltre l’1-1 in casa equivale a uno 0-0 perché finalmente dalla scorsa stagione è stata abrogata quella regola antiquata e antisportiva che assegnava valore doppio ai gol in trasferta in caso di parità nella differenza reti finale. L’Europa League non è la Champions, ma chi la vince va automaticamente alla fase a gruppi della Coppa più prestigiosa la stagione successiva. È molto importante per la Juventus con questa storia della penalizzazione di punti in campionato prima inflitta “online” in classifica, poi cancellata dopo tre mesi e adesso nuovamente pendente".
Chi può fare la differenza in questo finale di stagione?
"Ce ne sono tanti, io ne prendo uno dal mazzo: “El Fidéo”. In passato ho giocato con Di Maria e posso dire che siamo di fronte a un fuoriclasse, non a caso fresco campione del mondo con l’Argentina in Qatar dopo aver conquistato la medaglia d’argento nel 2014 in Brasile".
Su Vlahovic:
"Ho giocato con lui per i primi quattro mesi dell’anno scorso. Lo stimo e lo rispetto. Lui è ancora giovane, è un “millennial”, ma come carattere è un uomo fatto e finito. Voglio dire che non ha bisogno di maturare sotto quell’aspetto. Ha temperamento. È di indole forte. È tenace. Alla Juve vuole solo far bene e lavora duro per riuscirci. Reputo ingiuste le critiche che subisce. Quest’anno è stato tormentato dagli infortuni, dalla pubalgia. E poi a chiunque può capitare di attraversare un momento di forma meno brillante del solito. Ma le sue qualità sono indiscutibili".
I gol più importanti segnati con la maglia bianconera:
"Certamente i più importanti sono stati quelli in Champions League, ne ho segnato uno anche nella finale di Berlino 2015 contro il Barcellona, il momentaneo 1-1, purtroppo non è però bastato. Nella prima partita dell’edizione successiva ho realizzato la rete vincente, quella del 2-1 nel finale, all’Etihad Stadium contro il Manchester City. Ho incorniciata a casa la foto della mia esultanza in scivolata in ginocchio contornato, anche loro in scivolata, da Paulo (ndr: Dybala), Juan (ndr: Cuadrado) e Paul (ndr: Pogba)".
Sulle voci circa un suo ritorno alla Juve:
"Ma io giuro che non ho sentito nulla di queste cose. Ho un contratto che mi lega all’Atletico fino al 30 giugno 2024 e il mio procuratore non mi ha detto niente. Almeno per ora. Poi si sa come vanno le cose nel calcio, soprattutto nel mondo del mercato... Se in estate dovessero verificarsi certe situazioni favorevoli e determinate opportunità sia per il club acquirente che per quello cedente, allora ciò che è blindato potrebbe sbloccarsi. Ma, ripeto, io al momento non ne so proprio nulla".