Il Milan punta Renato Sanches: come può essere utile ai rossoneri?
Il mercato del Milan fatica a decollare, eppure qualcosa già bolle in pentola per la prossima stagione. Finora Maldini e Massara hanno infatti ingaggiato solo Marko Lazetic, centravanti classe 2004 dalle ottime prospettive, ma stanno anche facendo il punto sul centrocampo rossonero per il 2022/23.
Tonali e Bennacer non si toccano e la dirigenza è già a lavoro per il loro rinnovo; Pobega farà ritorno alla base e stavolta potrà disfare le valigie senza partire per altri prestiti. Poi c'è la questione Kessié: l'ivoriano (ieri eliminato dalla Coppa d'Africa) non ha accettato nessuna proposta di prolungamento da parte della società che, a questo punto, potrebbe aver accettato l'idea di vederlo partire a zero a giugno.
Una pedina fondamentale come Kessié va naturalmente sostituita e il nome in pole per raccogliere la sua eredità è quello di Renato Sanches, portoghese classe '98 in forza al Lille. Con il club francese c'è un ottimo rapporto, ma per lasciar partire il proprio gioiello non guarda in faccia a nessuno: servono almeno 30 milioni di euro. Sanches è però un giocatore controverso che nella sua breve (ma non più brevissima) carriera ha mostrato grandissime giocate, ma si è anche reso protagonista di flop clamorosi. Vale la pena acquistarlo? E come potrebbe essere utile al Milan di Stefano Pioli?
La carriera di Renato Sanches
Nato da genitori provenienti da due ex colonie portoghesi (la madre da Capo Verde, il padre da Sao Tomé e Principe), Renato Sanches è cresciuto al Musgueira, uno dei quartieri più complicati di Lisbona. Qui ha iniziato a tirare i calci al pallone con le Aguias da Musgueira, una squadra che usa il calcio per togliere i bambini dalla strada.
A 10 anni si fa notare dal Benfica che - secondo la leggenda - lo acquista per 750 euro e 25 palloni. Da piccolo, però, Sanches era molto timido e l'idea di dover vivere dall'altra parte del Tago (il fiume che divide la capitale portoghese) lo impaurisce. La sua sensibilità si manifesta nel rifiuto di scendere in campo alla prima da avversario contro le Aguias da Musgueira.
Tuttavia, Renato Sanches fa parlare i piedi e questo gli basta per scalare velocemente la piramide delle giovanili del Benfica. Il 30 ottobre 2015 esordisce così in prima squadra e nel giro di un paio d'anni attira su di sé l'interesse delle migliori squadre del mondo. Alla fine a spuntarla è il Bayern Monaco che stacca un assegno da 35 milioni e lo porta in Bundesliga. I bavaresi hanno deciso di acquistarlo già nel mese di maggio, anticipando gli Europei estivi che Sanches avrebbe giocato (e vinto) col suo Portogallo.
In Germania però, il classe '98 non si ambienta. Il nuovo tecnico Carlo Ancelotti punta su giocatori più esperti e lo relega al ruolo di comparsa. L'anno seguente arriva il prestito allo Swansea, ma l'esperienza è perfino più tragica. In Premier League gioca solo 12 partite e, dopo un passaggio senza senso ai cartelloni pubblicitari, smette di vedere il campo già a metà gennaio.
Tornato dal prestito, il portoghese viene reso protagonista della restaurazione intrapresa da Niko Kovac, deciso a "rottamare" i veterani del Bayern per lanciare nuovi giovani. Il momento felice di Sanches dura però poco e anche nel 2018/19 gioca pochissimo.
In estate è il Lille a scommettere su di lui e in Francia trova finalmente la fiducia di cui aveva tanto bisogno. A pochi giorni dal suo arrivo, il tecnico Christophe Galtier lo esalta, definendolo "un giocatore da alti livelli, uno che può giocare in Champions League".
Con Les Dogues, Renato Sanches sembra un'altra persona, si vede che è migliorato soprattutto sotto l'aspetto caratteriale. Alla fine, in Champions ci è arrivato davvero e in un'intervista ha rivelato che: "Onestamente mi sento meglio adesso rispetto a quando ho firmato per il Bayern qualche anno fa. Più gioco più ho fiducia in me stesso, è questo a essere davvero cambiato da quel periodo".
Adesso però, il 24enne è a caccia di nuove sfide e se sposasse la causa del Milan, troverebbe l'ambiente giusto per trovare quella consacrazione che ha già mancato una volta.
Caratteristiche tecniche e possibile impiego nel Milan di Pioli
Secondo Rui Vitoria, l'allenatore che l'ha lanciato al Benfica, "[Renato Sanches] mischia il professionismo all’allegria del ragazzo di strada". Forse è per questo che sembra privo di alcuni fondamentali come il tackle in scivolata o il colpo di testa. Eppure, quand'è in campo prova a contendere il pallone agli avversari. Sembra quasi che abbia consapevolezza della propria fisicità ma che non sappia come usarla.
Proprio il suo venire dalla strada - scriveva Dario Saltari qualche anno fa - spiega quello che forse è il suo più grande deficit. Capita spesso che Sanches si faccia infatti attrarre dalla palla, che mantenga poco la posizione e permetta agli avversari di approfittare dello spazio che nel frattempo si è creato alle sue spalle.
Ovviamente, il portoghese non ha solo difetti, anzi. Se Stefano Pioli riuscisse ad "addomesticarlo" si ritroverebbe tra le mani un centrocampista con un'ottima visione e tempi di gioco che non si vedono tutti i giorni. Nel 4-2-3-1 del Milan, il 24enne andrebbe presumibilmente a prendere il posto in mediana di Kessié. Con un collega di reparto attento e fisico come Tonali, Sanches potrebbe riuscire a non far rimpiangere l'ivoriano.
In caso di necessità, potrebbe addirittura essere schierato da trequartista. Si tratta di un giocatore con caratteristiche diverse rispetto a quelle di Brahim Diaz e che darebbe ai rossoneri un'arma in più in avanti.
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