Il Milan è in crescita (anche) grazie all'assenza del pubblico?
Di Marco Deiana
Non è mia intenzione screditare la vittoria in rimonta del Milan contro la Juventus. Non è facile ribaltare il risultato quando ci si trova sotto di due gol contro i bianconeri, maestri nella gestione delle partite. Anzi, se proprio devo dirla tutta, considero la vittoria rossonera una vera e propria impresa. Ma tralasciando il singolo risultato di ieri sera, mi è sorto un dubbio. La crescita della formazione di Stefano Pioli, che da quando è ripartita la stagione non ha ancora perso (quattro vittorie e un pareggio), potrebbe essere dovuta all'assenza di pubblico allo stadio?
Lo so, è una provocazione e ne sono consapevole. Ma i numeri evidenziano una facilità di risultato impressionante. Il Milan ha steccato solo la sfida del Paolo Mazza contro la SPAL, ottenendo un pareggio (in rimonta, sotto anche quella volta di due gol) nei minuti finali dell'incontro.
Nelle altre quattro partite la squadra rossonera ha battuto entrambe le compagini romane (2-0 la Roma e 3-0 la Lazio, quest'ultima all'Olimpico), la Juventus (4-2) e il Lecce (4-1 al Via del Mare). Parliamoci chiaro, nessuno si sarebbe aspettato un filotto di risultati utili del genere. Certo, l'arrivo di Pioli aveva già dato i suoi frutti prima della sospensione, ma non aveva mai raggiunto una media di 13 punti in cinque gare (fermandosi a 10 punti in cinque gare ad inizio 2020, tre vittorie e due pareggi nel mini-ciclo compreso tra la pesante sconfitta contro l'Atalanta e quella del Derby contro l'Inter).
Da quando è ripartita la stagione di Serie A, il Milan ha una media da Scudetto. È solamente una coincidenza? È solo una questione di condizione atletica e mentale?
Per fare un esempio pratico, nelle ultime cinque giornate prima dello stop il Milan aveva raccolto appena 5 punti frutto di una vittoria (contro il Torino), due pareggi (contro Verona e Fiorentina) e due sconfitte (contro Inter e Genoa). Sulla carta era un mini-ciclo molto più abbordabile. Sulla carta.
E per questo motivo il dubbio aumenta con il passare dei giorni. Il Milan sta sfruttando pienamente l'assenza di pubblico? Si è spesso parlato di una squadra con pochi leader e pochi giocatori di personalità, schiacciati dalla pressione della maglia e dei tifosi. Di punto in bianco calciatori come Calhanoglu e Kessié sono diventati fondamentali nello scacchiere tattico rossonero, realizzando gol e prestazioni importanti. La crescita del turco è a dir poco impressionante, così come la continuità di rendimento di Ante Rebic (che per onor del vero, nella prima parte di stagione non ha avuto la fiducia che sta avendo, meritatamente, attualmente). All'elenco aggiungiamo la crescita di Rafael Leao, Castillejo (ora infortunato), Paquetà e Saelemaekers. Anche la coppia centrale difensiva formata da Kjaer e Romagnoli (a parte l'incidente di percorso sul gol di Cristiano Ronaldo) sembra più serena e dà maggiori garanzie. Fuori classifica Theo Hernandez, uno dei più positivi anche nei momenti più difficili della stagione.
La presenza di Zlatan Ibrahimovic ha probabilmente responsabilizzato diversi elementi nella rosa rossonera, gli stadi vuoti - e quindi la totale assenza di pressione dei tifosi (e i loro fischi) ai primi errori in fase di palleggio - hanno (probabilmente) fatto il resto.
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