Messi e la battaglia mediatica contro il Barcellona: la ricostruzione
Si è parlato di Manchester City, Psg e Inter, ma alla fine il futuro di Leo Messi sarà al Barcellona almeno per un'altra stagione. Fino alla scadenza del contratto nel 2021 che gli permetterà di svincolarsi a costo zero dal club blaugrana. Proviamo a riassumere a grandi linee le tappe della battaglia mediatica tra la Pulce e il Barça.
Tutto parte dalle indiscrezioni lasciate dalla Spagna su primo incontro tra Leo e il nuovo tecnico Ronald Koeman, che ribadisce all'argentino di volerlo al centro del progetto. Progetto che per Messi non esiste: da qui la conferma all'olandese di voler lasciare la Catalogna. Indiscrezioni confermate poi dal burofax inviato direttamente al club che conferma la volontà di Leo di dire addio al Barcellona attraverso la possibilità di una clausola presente sul contratto che gli avrebbe permesso di liberarsi a costo zero.
Da lì in poi è un continuo susseguirsi di voci e di indiscrezioni sull'effettiva esistenza della clausola e sulla sua applicabilità: per Jorge Messi (padre di Leo), nonostante la scadenza il 10 giugno, risulta comunque valida visto lo slittamento del termine della stagione; il Barça non ci sente e i legali si attaccano al limite temporale. Sulla stessa scia LaLiga.
Poi scocca l'ora degli incontri dal il papà di Messi e il club, delle dichiarazioni di facciata e dei comunicati ufficiali: nella lettera firmata da Jorge Messi, LaLiga viene accusata di "evidente pregiudizio" e si sostiene che Leo possa andarsene senza pagare la clausola, secondo l'argentino scaduta al termine della stagione sportiva 2019/20. "È evidente che il risarcimento di 700 milioni di euro, previsto al precedente punto 8.2.3.5, non trova applicazione", si legge in una parte della nota inviata all'ente.
Non è dello stesso avviso LaLiga: "Risposta all'entourage di Leo Messi: la suddetta risposta evidenzia e conferma l'interpretazione fuori contesto e lontana dalla scrittura letterale del contratto realizzato, quindi LaLiga ribadisce il comunicato pubblicato lo scorso 30 agosto" si legge nella breve nota, che sottintende quindi la validità della clausola rescissoria da 700 milioni di euro.
Poi, ai microfoni di Goal, la Pulce ufficializza la sua decisione: "Ho detto al club, specialmente al presidente, che volevo andarmene. Ma gliel'ho detto nel corso di tutto l'anno. Credeva che fosse ora di farsi da parte. Credevo che il club avesse bisogno di gente più giovane, di nuove persone e pensavo che il mio tempo a Barcellona fosse finito. È stato un anno molto difficile, ho sofferto molto in allenamento, nelle partite e nello spogliatoio. Tutto è diventato molto difficile per me ed è venuto il momento in cui ho pensato di cercare nuovi traguardi, nuovi ambienti. Il ko col Bayern non c'entra, la decisione era stata presa da tempo. Il presidente ne era al corrente da tempo e mi ha sempre detto che a fine stagione avrei potuto decidere se avessi voluto andare o se avessi voluto restare. Ma alla fine lui non ha mantenuto la parola data".
Alla fine Messi resterà ancora al Barcellona, anche se solo per un ultimo ballo.
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