Mertens e il rinnovo con il Napoli: l'evoluzione di Ciro e cosa potrà dare ancora al club partenopeo
Appena un'ora fa è arrivata l'ufficialità di una notizia ormai certa da qualche settimana: Dries Mertens ha rinnovato con il Napoli. Dopo aver scongiurato l'addio, infatti, il presidente partenopeo, Aurelio De Laurentiis, ha pubblicato un tweet ritraente lui, suo figlio e il belga con una didascalia che non lascia spazio all'immaginazione: "Felici di stare insieme ancora a lungo".
Una notizia che farà felici tutti i tifosi azzurri che erano sul punto di arrendersi all'idea di dover salutare Mertens alla fine di questa stagione. L'addio, d'altronde, è stato a un passo. Tuttavia, il belga, alla fine, rifiutando qualsiasi proposta migliore economicamente o in termini di progetto, ha deciso di restare nella città in cui è stato protagonista di un'evoluzione che lo ha portato a essere molto più che un semplice calciatore. Un'evoluzione che ha un turning point (punto di svolta), come lo chiamano gli inglesi, ben definito.
Tornando con la mente all'estate del 2013, infatti, a Capo di Chino sbarcava un'ala belga, semi sconosciuta, di 26 anni che aveva fatto bene al PSV. Arrivava da alternativa, di lusso ma pur sempre riserva, di Lorenzo Insigne. Un ruolo che non si è scollato nei successivi 3 anni fino all'autunno del 2017. In quel momento, Sarri, si ritrova con Milik infortunato e Gabbiadini, l'alternativa, che non lo convince. Prova punta Callejon che aveva svolto anche il ruolo di seconda punta nel Real di Mourinho. Niente da fare. A quel punto prova Mertens, il quale aveva agito da punta (assieme a Van Wolfswinkel) nell'Utrecht che, tra l'altro, bloccò il Napoli in Europa League nel 2010/2011.
Ecco, il turning point. Da lì in poi, inizia un'altra avventura per Mertens. Comincia a segnare a raffica e diventa l'idolo dei tifosi partenopei che lo ribattezzano Ciro per significare il loro reciproco legame. Un legame che lo porta a diventare, grazie anche a gesti extra calcio come l'aiuto a barboni e cani della città, un simbolo del Napoli.
Una condizione rafforzata ulteriormente sabato, quando Mertens, tra l'altro contro la squadra che lo ha tentato maggiormente, l'Inter, ha siglato il gol numero 122 con la casacca azzurra, superando Hamsik e imprimendo il suo nome nella storia del club partenopeo come miglior marcatore di sempre. Un traguardo festeggiato, per l'appunto, con il rinnovo.
Un prolungamento di contratto che, oltre a legarlo indissolubilmente al Napoli, gli regala una tranquillità emotiva di cui non poteva godere finchè le nubi sul suo futuro erano ancora scure e che, ora, gli permetterà di concludere la stagione migliorando ulteriormente il record di gol, prima di passare gli ultimi anni di carriera da arma infallibile dello scacchiere di Gattuso (o di chi per esso). D'altra parte, nonostante la società di De Laurentiis sia orientata a cedere Milik e prendere una punta giovane e di spessore (Osimhen?) che possa rappresentare il futuro del Napoli, infatti, siamo certi che Ciro, a dispetto dell'età e della titolarità, deciderà ancora tante partite con i suoi, spesso, bellissimi gol.
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