McKennie sul razzismo: "In Germania mi chiamavano 'scimmia', negli States non mi sento accettato"

Weston McKennie
Weston McKennie / Valerio Pennicino/Getty Images
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È arrivato alla Juventus in estate come un giovane prospetto Weston McKennie che, invece, è si è già ritagliato un certo spazio nel centrocampo di Andrea Pirlo nonostante i suoi soli 22 anni. Lo statunitense, a Sports Illustrated, ha rilasciato un'intervista in cui ha parlato del problema razzismo e di come lo ha vissuto tra gli Stati Uniti e la Germania, Paese da cui è arrivato in Italia la scorsa estate.

Weston McKennie
Weston McKennie / DeFodi Images/Getty Images

"Sono tornato a Dallas e avevo paura di guidare di notte. Rappresento una nazione che a volte non mi accetta, soltanto per il colore della mia pelle. Sono un calciatore, e agli occhi di molti posso contribuire allo sviluppo del calcio americano - le parole di McKennie riportate da Calciomercato.com -. Ma sono anche un essere umano, non posso far finta di niente e rappresentare così un paese che non mi accetta. Se la nazionale non dovesse supportare il movimento o i calciatori che vivono queste situazioni, direi qualcosa. Ne parlerei con miei compagni e se non mi dovessi sentire a mio agio potrei, sì, perché no, decidere di non partecipare al ritiro". 

Poi l'aneddoto tedesco: "C’era questo tizio sugli spalti (era una partita di Coppa, tra Schalke 04 e Drochtersen), mi chiamava una ‘scimmia di me...’ e faceva versi insieme ad altri insulti razzisti. Ho sempre cercato di non abbassarmi al livello di queste persone, di non dargli attenzione. Ma per me era la prima volta, era così surreale e non sono riuscito a capirlo, non sono riuscito a trattenermi e ho reagito. È stata la mia prima volta. Sono stato chiamato black o scimmia. Ma in quel momento qualcosa è scattato: capita a tutti, non solo sul campo da calcio. E non c’è sempre una recinzione a separarle. È stata la mia prima volta e mi sono reso conto che stava davvero accadendo. Non perché i media lo avessero esaltato, e non è che fossi particolarmente sensibile. Semplicemente, stava accadendo" ha concluso.


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