McKennie riunisce Serie A e USA: da Lalas a Bradley, storie di americani in Italia

L'arrivo di Weston McKennie alla Juventus riapre il legame calcistico tra l'Italia e gli Stati Uniti, che ha vissuto di pochi ma significativi intrecci nel corso degli ultimi anni. Sono diversi i calciatori che hanno deciso di cercare fortuna nel nostro paese. Tra i meno conosciuti annoveriamo: Armando Frigo, che giocò con Vicenza e Fiorentina prima della Seconda Guerra Mondiale; Joshua Perez, che vestì la maglia della Fiorentina nel 2016 e successivamente quella del Livorno in Serie B; Gabriel Ferrari, newyorkese che nel 2007 transitò alla Sampdoria e poi Perugia, Foggia e Ternana. Vediamo ora nel dettaglio quali sono i tre calciatori a stelle e strisce che hanno lasciato davvero il segno. Chi in campo, chi fuori.
Alexi Lalas
Alexi Lalas ha iniziato la sua carriera da professionista nel 1994 tra il Mondiale negli Stati Uniti e il trasferimento al Padova, di cui ha indossato la maglia fino al 1996. Ad aver attratto i tifosi biancorossi, oltre alle doti tecniche, è stata l'empatia creata con l'ambiente: capelli ricci, atteggiamento hippy e animo da rockstar, suonando la chitarra nella band preferita di Chelsea Clinton, la figlia del presidente Bill. Tra musica e birra, ha trascorso con spensieratezza le notti italiane. E pensare che, una volta, è stato fermato alle due del mattino dai carabinieri a seguito delle lamentele di alcuni condomini. Lalas stava simulando una partita di calcio da solo, in strada, con tanto di telecronaca.
Michael Bradley
Michael Bradley è cresciuto nell'Illinois ed è figlio dell'ex commissario tecnico della nazionale statunitense. Dopo tre stagioni al Borussia Moenchengladbach, si è trasferito al Chievo nel 2011. In un solo anno, grazie alle buone qualità tecniche in mezzo al campo, ha conquistato l'ammirazione della Roma. Ma c'è chi lo ricorda anche per lo spot pubblicitario di una nota casa automobilistica: insieme ad alcuni compagni ha girato uno sketch che ruotava intorno alla parola parcheggio, difficile da pronunciare per lo stesso Bradley.
Oguchi Onyewu
Arrivato al Milan nel 2009, Oguchi Onyewu ha vestito la maglia rossonera per un anno e mezzo senza mai esordire in Serie A. Per lui una sola presenza ufficiale in Champions League contro lo Zurigo, ma ciò che è saltato agli occhi durante la sua esperienza all'ombra del Duomo è l'enorme umanità mostrata nel periodo di un infortunio, decidendo di non percepire lo stipendio. E quella volta che ha causato la rottura di una costola a Zlatan Ibrahimovic? Lo svedese provocava e tentava tackle forzati, una spallata di troppo e via a un duello fatto di calci, pugni e una ginocchiata di Onyewu sul fianco di Ibra.
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