Mattia Zaccagni, il tuttocampista di Ivan Juric

MIGUEL MEDINA/Getty Images
facebooktwitterreddit

Definitivamente esploso. Stagione 2020-21 da incorniciare per Mattia Zaccagni, quando non siamo ancora giunti alla metà del campionato di Serie A. Trequartista, incontrista, finalizzatore e rifinitore d'area. Zaccagni è certamente diventato, nel corso degli anni, perno e fulcro del progetto Hellas, a testimonianza di quanto la società scaligera, in pieno stile Atalanta, non badi a nomi, caratura internazionale o esperienza, ma coltivi, sviluppi, cresca ed infine metta in rampa di lancio giovani prospetti derivanti dalla Cantera o giunti da altre realtà, per poi farli propri e, magari, come nel caso di Amrabat, Kumbulla o Rrahmani, metterli sul mercato per monetizzare e fare plusvalenze astronomiche. Ma, detto tra noi, questo è un altro discorso e, per dirla tutta, pur non essendo tifosi Hellas, speriamo non accada a Mattia Zaccagni.

Atalanta Bergamo v Hellas Verona
Atalanta Bergamo v Hellas Verona / Soccrates Images/Getty Images

In maglia Hellas Verona dalla stagione 2015-16, quando ha esordito in Serie A collezionando tre gettoni, oggi Zaccagni è quello che si può definire il classico tuttocampista. Ivan Juric, suo tecnico e colui che lo ha plasmato, nonchè lanciato verso l'attuale consacrazione, lo ha recentemente definito «uno dei calciatori più intelligenti che io abbia allenato sinora», coccolandosi il numero 20 che, per la prima volta questa stagione, è anche stato convocato da Roberto Mancini per le gare di Ottobre della Nazionale italiana, con la quale ha esordito. In campo non si nota per velocità fuori dal comune, doti da dribblomane brasiliano o freddezza costante sotto-porta, ma più per la sua capacità di gestione tanto della palla quanto della situazione di gioco attorno a lui. Offensivo ed al tempo stesso attento alla fase di ripiegamento, nella quale è migliorato notevolmente, mettendo in mostra dinamismo ed applicazione, incarnando perfettamente quello che è lo spirito battagliero ed arcigno del Verona targato Juric. Il suo 3-4-2-1 ha messo in mostra, negli ultimi due anni, giocatori precedentemente poco sotto i riflettori: si ricordano, per esempio, Verre e Pessina dell'anno scorso oppure Barak e lo stesso Zaccagni di questanno: trequartisti, all'occorrenza falsi nueve od interni del centrocampo a quattro, ma non per collocazione tattica quanto per maestria ed abilità nel leggere la partita e la gestione di questa.

Hellas Verona v Genoa CFC - Serie A
Hellas Verona v Genoa CFC - Serie A / Emilio Andreoli/Getty Images

Quindi, al posto giusto nel momento giusto. Posizione intermedia, precisamente sul centro sinistra della trequarti, dietro l'attaccante, leggermente più accentrato rispetto all'esterno di competenza ( Lazovic o Dimarco) e davanti al centrocampista centrale (Tameze o Migel Veloso): il compito di Zaccagni è quello di intelaiare trame di gioco con queste tre figure poste attorno a lui, creando scompiglio nella difesa e tra le linee avversarie. Giocatore di sistema all'interno di un giochino che ha portato l'Hellas, nel corso del campionato corrente, a strappare punti pesantissimi contro Juventus, Atalanta, Milan e Lazio: ma proprio questo, forse, limitava Mattia sino all'anno scorso. Essere uno dei tanti, giocatore più per la squadra che per sè stesso, con compiti difensivi apprezzati ma che al tempo stesso potevano togliere spazio per nuocere all'avversario. Ecco, quindi, il cambiamento radicale del tuttocampista del Verona: mentre la passata stagione vedeva Zaccagni tentare la conclusione 1.1 volte ogni partita (meno addirittura di Rrahmani, difensore), quest'anno l'italiano conclude 1.32 volte a partita. Nessuna differenza? Quasi, soltanto però se non si considera il dato degli Expected Gol, che vede Zaccagni protagonista con un dato significativo di 2.31 a partita! D'altra parte, quest'estate, dopo essere stato uno dei primi casi di positività al Covid-19, era stato pungolato dal proprio mister, che ne aveva parlato dicendo che «se saprà essere più incisivo negli ultimi 20/25 metri, può ambire alla Nazionale».

Claudio Villa/Getty Images

Detto, fatto. Quando siamo giunti alla 15sima giornata di Serie A, lo score del "Tardelli di Verona", come lo chiamano i tifosi scaligeri, è clamorosamente sorprendente, per pochi, e convincente. Chi conosce e segue Zaccagni sin dai tempi di Venezia, Cittadella ed albori di Verona (quando in panchina sedeva Mandorlini) sa di un giocatore sempre pronto ad esplodere, sempre pronto a prendersi per mano la squadra e trascinarla, per le sue doti da leader silenzioso che parla coi fatti (vedi il gol segnato nella stagione 2018-19 in finale di ritorno Play Off di Serie B, valida per la promozione, contro il Cittadella); 13 presenze, 77 minuti medi a presenza, 4 gol e 2 assist, ma soprattutto sostanza, inventiva e leggerezza con la palla tra i piedi, tanto da essere accostato, per giocate e visione, ad un certo Riquelme. Gol pesanti come quello di Bergamo contro l'Atalanta di Gasperini, gol bellissimi come quello siglato ieri, contro lo Spezia in trasferta, a suggellare un inizio di stagione coi fiocchi. Controllo volante col petto e rovesciata immediata. Gioiello. Assist prestigiosi come quello servito a Favilli allo Stadium, valido a strappare un punto d'oro in casa Juventus, oppure semplici come quello effettuato a Barak (sempre per la legge dei trequartisti plasmati da Juric) contro il Benevento.

Dopo anni di gavetta, apprendistato o da semplice comparsa, sembra essere giunta l'ora di Mattia Zaccagni, che, comunque vada la stagione dell'Hellas, ha già compiuto un passo straordinariamente importante: ha trovato la costanza, il carisma e la leadership necessaria per permettersi il salto di qualità, pur in un Verona privo di pedine importanti portate via dall'ultimo mercato (Amrabat, Kumbulla, Rrahmani, Pessina): lui ha colto la palla al balzo, diventando protagonista in assoluto in qualunque partita, prendendosi responsabilità con la palla tra i piedi ed essendo il primo difensore nella fase di non possesso. La sinergia che sembra esserci tra le sue qualità tecnico-tattiche e le idee di gioco di Juric potrebbe portare la propria carriera ad un punto di svolta e, come sembra già essere, qualche richiesta dalle big italiane. Certi che, comunque vada, la stagione di Mattia rimarrà impressa per tanto tempo, sia per i tifosi del Verona sia per gli appassionati di football in generale. Gol come quello di ieri meritano l'eternità.


Segui 90min su FacebookInstagram e Telegram per restare aggiornato sulle ultime news dal mondo della Serie A.