Mateo Retegui al Genoa: ora deve mettersi alla prova in Serie A
Ci sono alcuni acquisti che sembrano perfetti fin da subito, dalle prime indiscrezioni, dai video d'addio e arrivo, dalle prime parole del protagonista e del futuro allenatore. Dai colori della maglia che indosserà, dalla competizione in cui giocherà e dalla città in cui vivrà. Il Genoa sta acquistando Mateo Retegui.
La cifra di cui si vocifera (il trasferimento è ormai dato per concluso ma manca ancora l'ufficialità) è di 12 milioni di euro più bonus. Un'ottima cifra se si considera che il vdm transfermarkt si è impennato ad aprile scorso a 16 milioni di euro e che ha un contratto di un altro anno e mezzo con il Boca Juniors. Fuori dall'Argentina ci ha giocato, ma soltando indossando la maglia della Nazionale azzurra.
In partenza per l'Italia si è concesso parole di saluto e ringraziamento ai club con cui ha militato nella sua traiettoria calcistica: l'Estudiantes, il Talleres, il Tigre e il Boca. Anche se è soltanto con il Matadór (Tigre) che è riuscito a impressionare al punto da conquistarsi un quasi immediato sbarco in Europa.
"La decisione va oltre la Nazionale azzurra. Sicuramente sarò più vicino e farò il possibile per crescere e imparare; sarò molto vicino così per la prossima convocazione e sarò a disposizione se mi chiameranno". Ha molta voglia, lo ripete spesso, di iniziare questa avventura, giocare e anche vincere, e sugli obiettivi personali risponde così: "Già viaggiare e arrivare in Europa, nel calcio italiano, è qualcosa di molto importante per me; l'essere stato in Nazionale è importantissimo. Vediamo giorno dopo giorno".
Tradizione
Il Genoa però non è una squadra qualsiasi, sia per la gloriosa e antica storia del Grifone, sia per i giocatori nati in terra albiceleste che sono passati in rossoblu. 56 stando a quanto riportato da transfermarkt per quasi 300 gol realizzati. I 38 di Rodrigo Palacio in 100 presenze, i 7 di Hernán Crespo, quello indimenticabile nel derby con la Sampdoria di Mauro Boselli, le giocate di Diego Perotti e le reti più recenti di Giovanni Simeone. Tuttavia, a Genova, quando si pensa a un attaccante con natali argentini dominante, le memoria va quasi istantaneamente al Principe Diego Milito, 60 gol in 94 presenze, e un peso decisivo nella trattativa per l'attaccante di San Fernando.
"Ha influito nella decisione, la famiglia ha avuto contatti con Diego, l'ho anche conosciuto. Mi hanno parlato molto bene del club, della città. Sono felice e ho molta voglia di dimostrare e di essere all'altezza".
In Argentina era prima chiamato Tábano, tafano, e poi Chapita, come raccontato in questo brillante profilo di Fabrizio Gabrielli su l'Ultimo Uomo. Viene da una famiglia di Hockey su prato e nelle giovanili ha avuto un'infelice passaggio al River Plate. Giocava da cinco, prima che qualcuno lo spostasse nella parte più offensiva dei sistemi tattici.
La Serie A sembra tremendamente un campionato adatto a lui. Una lega in cui le sue qualità fisiche possano essere esaltate, in cui proteggere palla e smistarla, "fare a sportellate" e combattere per una spizzata sono tutte giocate che vengono apprezzate il doppio nella nostalgia di un tipo di calcio che non c'è più.
Non arriva di poco a 190 centimetri e ha 24 anni. Sbarcherà in Serie A dove avrà modo di combattere con la maglia del Genoa per un posto in Nazionale, direttamente con Ciro Immobile e Andrea Belotti (e forse anche Scamacca). Nella precedente stagione, guardando alla classifica marcatori, dietro a Osimhen e Lautaro si sono piazzati Boulaye Dia, Leao, Giroud, Lookman, Nzola e Sanabria. Ha pesato l'assenza nelle prime posizioni di alcuni topo come l'attaccante biancoceleste, Tammy Abraham, Dusan Vlahovic e Romelu Lukaku.
Di lui ha già parlato a SkySport il futuro tecnico Alberto Gilardino: "La qualità principale è che ha fame, grande voglia di arrivare e grande voglia di vivere l'area di rigore; di attaccare la porta con ferocia, poi normale che tutti i giocatori in qualsiasi età possono e devono migliorare. Ad oggi non ho Mateo qua quindi non posso dire altro".
La stessa fame con cui si è preso il trofeo di capocannoniere della Superliga argentina con 19 reti nel 2021-22 e con cui, tra pochi giorni e per la prossima stagione, proverà a salvare il Genoa e a scalare anche le gerarchie dei marcatori di Serie A.