Massimo Mauro: "Juve incompiuta, il matrimonio con Sarri non è riuscito. Lo Scudetto però sarebbe meritato"
Massimo Mauro, ex calciatore della Juventus, ha parlato ai microfoni della Gazzetta dello Sport, dicendo la sua sul momento attuale dei bianconeri, reduci dal pareggio interno con l'Atalanta e a +8 sulla Lazio seconda.
Mauro, questa Juve è una creatura compiuta o le manca qualcosa?
"Più di qualcosa! La Juve ha fatto una scelta filosofica che condivido: cambiare identità conservando la vittoria. È un obiettivo difficile che ancora non ha centrato: serve tempo e, per questo, la squadra finisce per accontentarsi. Ma il Dna non si può modificare e la squadra è sempre lassù: ha campioni, ne passa prima che mollino...".
La scintilla con Sarri può ancora scoppiare?
"Il matrimonio non sembra ancora riuscito, ma mi auguro che funzioni: c’è ancora margine. La Juve, però, deve aumentare ritmo, intensità e cominciare a correre meglio, esattamente come fa l’Atalanta: sbaglia chi dice che la squadra di Gasp è quella che va più forte perché è, semplicemente, la squadra che si muove meglio".
Cosa serve allora per completare la rivoluzione a Torino?
"La rivoluzione si è fermata a metà. Attenzione: io vedo la stessa dignità nel modo in cui vinceva le partite Sarri a Napoli e nel modo in cui le vinceva Allegri a Torino, ma ora siamo di fronte a un ibrido. La Juve non è ermetica difensivamente come un tempo e non è spettacolare davanti come si sperava. Sta nel mezzo tra passato e futuro".
Dove vede più problemi?
"Dietro perché, oltre a un acquisto azzeccatissimo come De Ligt, che sa come alzare la linea difensiva, la squadra ha avuto troppi guai: l’unica certezza è Cuadrado, Alex Sandro e Danilo non convincono, De Sciglio è sempre fuori. A centrocampo ci sono giocatori buoni, anche quelli che devono ancora adattarsi come Rabiot e Ramsey ma, nel complesso, il reparto è compassato: quello di Allegri era superiore. E poi Bentancur è una mezzala, non può fare il regista. Senza scordare le punte che non accorciano mai il campo: Berna corre tanto ma tatticamente deve imparare e Dybala e CR7 è come non averli in fase difensiva".
Non può essere tutto così grigio: la Juve sta aggiungendo un altro titolo in bacheca...
"E lo sta facendo con pieno merito, sia chiaro. E’ stata la più continua, ma le altre sono state un disastro. Dal crollo dell’Inter alla Lazio, che aveva spaventato tutti e poi si è sciolta. Invece, i bianconeri, di riffa o di riffa, portano sempre a casa il risultato ed è la loro grandezza, che resiste anche in questa stagione".
Lei ha diviso il campo con Zico, Maradona e Platini: di superstar se ne intende. Quanto dà Ronaldo alla Juve e quanto finisce per condizionarla?
"I numeri parlano per Cristiano: segna, sempre. E soprattutto quando conta. Ma è un solista: se la palla finisce nel posto giusto, lui è una sentenza. Però questa squadra, spesso, non è capace di metterla là dove Ronaldo vorrebbe. Non vedo poi un idillio tra lui e l’allenatore.... Quando la squadra si abbassa troppo, vedi CR7 sbracciarsi e lamentarsi, anche se pure lui è colpevole di un atteggiamento di squadra passivo in fase di recupero palla. Quei gesti Diego non li faceva e, di certo, non piacciono ai compagni, ma è sempre meglio avere CR7...".
Se aggiusta i difetti, dove può arrivare la Juve in Europa?
"Dopo la ripresa, la Juve ha fatto bene con le piccole e male con squadre di taglia superiore come Napoli, Milan e Atalanta. Il Lione non è una grande ma, anche se la Juve passasse, non la vedo in prima fila. Mentre l’Atalanta in gara secca può battere chiunque. Proprio chiunque!".
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