Marchisio: "Zenit? Non volevo tradire la Juve ma non potrei mai allenarla. CR7 andrà via? Spero di no"
Claudio Marchisio, ex centrocampista della Juventus, prodotto del settore giovanile juventino, ha deciso di appendere le scarpe al chiodo ma il suo cuore batte ancora per la Vecchia Signora. Intervistato da Simona Ventura su Instagram, il Principino ha parlato del suo addio alla Juve ma ha parlato anche di attualità e futuro. Ecco le sue parole riportate da Tuttosport.
Perché lo Zenit e non Serie A?
"Non volevo tradire la Juve: è stato il motivo principale. Non soltanto per quello che mi hanno dato Juve e tifosi, ma anche per quello che avevo provato e vissuto io in quegli anni. C’è anche da dire che dentro di me c’è sempre stato il desiderio di poter fare un’esperienza all’estero. È un’esperienza per tutta la famiglia, per i figli che vanno a scuola, la moglie… A casa mia moglie non aveva più amiche, non parlava il russo. In squadra parlavo inglese e un po’ spagnolo perché c’erano tante argentini. Poi le dinamiche di un campo sono più semplici, la vera lingua è dei piedi e della testa”.
La ripresa del campionato?
“Ho visto la Bundesliga: loro hanno avuto davvero poco tempo e si vedeva con il ritmo molto basso, che ora sta aumentando con livello e prestazioni. Da noi è un po’ diverso, c’è un inizio più graduale per rischiare di non farsi male anche se alcuni giocatori sono incappati in infortuni. Ora si lavora qualche altro giorno insieme, sanno come affrontare queste partite. Bisogna dosare un po’ i giocatori in questa fase, chi ha una rosa più ampia ha la fortuna di gestire meglio i giocatori. Sarà interessante vedere le prime giornate, vedere come staranno queste squadre. Anche per noi, per il bello di vedere questo sport, la possibilità di giocare la sera potrebbe solo migliorare la qualità del gioco”.
Allenersti la Juve?
"No, ma perché non mi ci vedo a far l’allenatore. Bisogna avere delle doti particolari, saper tenere insieme un gruppo”.
Chi ti è rimasto nel cuore?
“L’allenatore che mi è rimasto nel cuore è Maurizio Schincaglia, nel settore giovanile. Mi ha fatto proprio crescere. Ha fatto una grande carriera in Serie A e in Sere B, mi ha dato tanto non solo come allenatore ma come un papà. Nel settore giovanile ci sono i veri artefici che ti fanno diventare un calciatore”.
"Gli anni prima che firmasse per la Juve lo abbiamo incontrato tante volte: ti metteva veramente in difficoltà e lo sta dimostrando tutt’ora. Mi colpisce la sua voglia di mantenersi in forma e ad alti livelli. A volte anche se la tua voglia è così grande c’è sempre qualche paletto che si mette in mezzo. Lui invece è sempre ad alti livelli e dimostra veramente quanto si stia impegnando per rimanere tra i numeri uno. Andrà via? Non lo so ma mi auguro di no. Per la Juventus e per l’interesse che ha portato in Serie A, si è messo in gioco. Spero che rimanga”.
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