Manovra stipendi, la proroga chiesta da Chiné può preoccupare la Juventus?
Le questioni esterne al campo continuano, in casa Juventus, ad affiancarsi al richiamo urgente del terreno da gioco, con l'imminente sfida contro il Friburgo in Europa League. Per quanto riguarda le note vicissitudini giudiziarie emergono novità degne di nota in merito alla cosiddetta manovra stipendi, legandoci insomma a un filone ulteriore rispetto a quello sul caso plusvalenze (che ha condotto al -15 in classifica).
L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport si sofferma su una richiesta da parte del procuratore federale Giuseppe Chiné: quest'ultimo auspicherebbe una proroga di 20 giorni per entrare nel merito di una "vasta area istruttoria" che comprende anche le note carte private coi calciatori oltre alle partnership, ritenute sospette o poco chiare, con altri club.
Perché Chiné ha chiesto una proroga?
Quel che colpisce, nel caso specifico, è il motivo della richiesta di proroga: la procura federale, spiega il quotidiano, ha ricevuto nuova documentazione (abbondante) dai pm di Torino che si occupano dell'indagine Prisma. I dubbi e i timori bianconeri, a questo punto, si legano al contenuto di tali nuovi atti: sono documenti in grado di spostare le sorti dell'intero procedimento? Si tratta, del resto, di una questione che non investe soltanto il club e che potrebbe riflettersi pesantemente anche sui calciatori implicati nelle cosiddette "side letter".
Per quanto riguarda le tempistiche la Gazzetta ipotizza un processo nella seconda metà di maggio mentre, sul fronte dei rischi, il quotidiano in edicola oggi cita ipotesi che vanno "dalla maxi multa alla possibilità che attraverso la 'mancata lealtà' dell’articolo 4 possa esserci una nuova pesante penalizzazione, così come potrebbero essere fermati i giocatori coinvolti".